Con 457 voti favorevoli, 148 contrari e 33 astenuti, l'Aula adotta l'ambizioso piano industriale per la produzione di armi tra gli Stati membri.
Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al Programma europeo per la Difesa (EDIP), il nuovo quadro normativo destinato a garantire la disponibilità tempestiva e la fornitura di prodotti per la difesa. Il regolamento, proposto dalla Commissione europea nella primavera del 2024 come strumento chiave per rafforzare l’industria di settore, è stato approvato con 457 "sì", 148 "no" e 33 astensioni. Dopo l’accordo informale con il Consiglio, l’iter si avvia ora verso l’adozione formale.
Il nuovo regolamento si pone in continuità con i successi ottenuti dai precedenti strumenti, come l’Act in Support of Ammunition Production (ASAP) per la produzione di munizioni e l’EU Defence Industry Reinforcement Through Common Procurement Act (EDIRPA) per gli appalti congiunti.
Il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, ha descritto l’EDIP come “essenziale per la prontezza difensiva dell’Europa” e come il passaggio dalla fase di “creazione di opportunità” a quella della “consegna della prontezza operativa”. Guardando al primo anno del suo mandato, Kubilius ha spiegato che “il periodo di creare opportunità è finito. Ora è il momento di consegnare la prontezza alla difesa”. Il commissario ha ricordato il percorso negoziale, riconoscendo che i tempi sono stati “troppo lunghi dal punto di vista della prontezza alla difesa”, ma definendo l’accordo finale un compromesso decisivo per il futuro della politica industriale dell’Ue.
Tra gli aspetti considerati più rilevanti del nuovo programma vi è il posizionamento dell’Ucraina all’interno dell’architettura difensiva continentale. Infatti, EDIP non si limita a stanziare 300 milioni di euro per il sostegno a Kiev, puntando invece a un obiettivo strutturale, ovvero l’integrazione dell’industria bellica ucraina nella base tecnologica e industriale della difesa europea. Il regolamento permetterà di acquistare equipaggiamenti “in, con e per” l’Ucraina, iniettando l’innovazione militare sviluppata sul campo direttamente nel sistema produttivo dell’Unione.
Il cuore finanziario del programma prevede sovvenzioni per 1,2 miliardi di euro destinate all’industria europea, vincolate però a precise condizioni di sovranità tecnologica. L’EDIP impone che il 65% del costo dei componenti dei prodotti finanziati sia di origine europea, puntando anzitutto a ridurre la frammentazione con i fondi Ue che premieranno esclusivamente la cooperazione, disincentivando la frammentazione. In questo contesto, più gli Stati membri acquisteranno insieme e rafforzeranno le catene di approvvigionamento comuni, maggiore sarà l’accesso alle risorse comunitarie, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e il know-how all’interno dei confini dell’Unione.
Tra i nuovi strumenti giuridici introdotti spicca la SEAP, l’entità legale progettata per accelerare la cooperazione offrendo vantaggi quali norme semplificate sugli appalti, esenzioni IVA e accesso ai mercati finanziari. Vengono inoltre istituiti i “Progetti Europei di Difesa di Interesse Comune”, iniziative collaborative su larga scala - come lo scudo spaziale, la difesa aerea antimissile o l’iniziativa droni - che nessun singolo Stato membro potrebbe sostenere autonomamente. Il programma include anche il meccanismo FAST per supportare le Pmi nella trasformazione delle supply chain e misure per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento durante le crisi.
