L'intesa trovata al Consiglio Ambiente prevede maggiori flessibilità e il rinvio di 1 anno del sistema Ets2.
I ministri dell'ambiente dell'Ue hanno raggiunto un accordo a maggioranza qualificata sul taglio delle emissioni del 90% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040. L'intesa, arrivata dopo intensi negoziati, prevede la possibilità di contabilizzare nel bilancio delle emissioni fino al 5% di crediti internazionali di carbonio extra Ue - e un ulteriore 5% di crediti esteri potrà essere acquistato dai Paesi per coprire gli sforzi nazionali. Il testo conferma una clausola di revisione su base biennale a seguito di una valutazione da parte della Commissione europea della legge sul clima.
L'intesa è stata possibile solo dopo la concessione a diversi membri dell’Ue notevoli flessibilità e concessioni in altri ambiti politici. L'intesa, nonostante le 24 ore di negoziati, è stata votata a maggioranza qualificata; hanno votato contro Slovacchia, Ungheria e Polonia. Belgio e Bulgaria si sarebbero astenute.
Gli accordi raggiunti al Consiglio Ambiente sul target climatico al 2040 e sull’aggiornamento del contributo nazionale determinato (Ndc) al 2035 “sono entrambi ottimi”, ha dichiarato il commissario Ue per il clima, Wopke Hoekstra, in conferenza stampa al termine del Consiglio a Bruxelles. Il commissario ha sottolineato l’estrema “unità” all’interno dell’Unione europea. “Abbiamo un mandato eccezionalmente forte che ci consente anche di chiedere di più agli altri”, ha aggiunto, in riferimento ai colloqui internazionali sul clima durante la Cop30 di Belém, in Brasile.
L’obiettivo dichiarato potrà essere raggiunto con una riduzione dell’85% delle emissioni interne e con un 5% di crediti internazionali di alta qualità per la riduzione delle emissioni climalteranti effettuate da altri Paesi extra Ue. Il compromesso raggiunto consente ai governi di esternalizzare parte della loro azione per il clima ai Paesi in via di sviluppo. In particolare, potranno coprire fino a 5 punti percentuali dell’obiettivo del 2040 acquistando crediti di carbonio garantiti dalle Nazioni Unite che attestino azioni per il clima intraprese altrove, come la piantumazione di alberi o il passaggio dall’energia a carbone a quella solare. Questa opzione sarà pienamente operativa a partire dal 2036, dopo una fase di sperimentazione di 5 anni.
Ma questo è stato solo uno degli incentivi offerti alle capitali europee, ciascuna con le proprie preoccupazioni specifiche: un nuovo progetto per imporre un “prezzo del carbonio” sul riscaldamento e sui carburanti, la cui entrata in vigore era prevista per il 2027, sarà posticipato di un anno, al 2028. L’Ets2, concepito per penalizzare i carburanti più inquinanti, era stato definito prima dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha poi provocato forti rincari dell’energia in Europa, penalizzando imprese e cittadini.
In risposta a un ultimatum italiano, ma riflettendo preoccupazioni condivise da altri Paesi produttori di automobili, l’Ue rivaluterà anche l’obbligo di veicoli a zero emissioni entro il 2035, che equivale a un divieto di fatto sulla vendita di nuove auto diesel e benzina, sotto la voce “carburanti a zero emissioni, a basse emissioni di carbonio e rinnovabili”. “Con l’Italia abbiamo inserito un linguaggio specifico sul ruolo dei carburanti rinnovabili a zero e basso contenuto di carbonio nella decarbonizzazione dei trasporti”, ha affermato Hoekstra, aggiungendo che l’apertura ai biocarburanti arriva “sullo sfondo della revisione su cui presenteremo i risultati entro fine anno”.
"Per l'Italia l'accordo trovato sulla revisione della legge sul clima è un buon accordo, un buon compromesso, che riconosce le istanze presentate dal nostro Paese": sono le parole del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin a margine del Consiglio Ambiente.
