30/10/2025 - Pil Eurozona, nel 3° trimestre continua il trend di crescita al +0,2%.

Aumento stimato anche nell'Ue al +0,3%. Italia e Germania ferme allo 0%.
 
Nel 3° trimestre del 2025 - secondo una stima preliminare pubblicata da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Ue - il Pil destagionalizzato è aumentato dello 0,2% nell'area dell'euro e dello 0,3% nell'Ue rispetto al trimestre precedente. Nel 2° trimestre dell'anno, il Pil era aumentato dello 0,1% nell'area dell'euro e dello 0,2% nell'Ue. Su base annua, il Pil dell’area euro è cresciuto dell’1,3%, contro l’1,5% dell’intera Unione. I dati confermano quindi una fase di crescita debole ma stabile.
 
Tra i Paesi con dati disponibili, il Portogallo si distingue con un aumento del Pil dello 0,8%. Nel resto dell’Ue, la Svezia è in testa con una crescita dell’1,1%, seguita dalla Cechia allo 0,7%. Fanalini di coda la Lituania, che ha segnato una contrazione dello 0,2%, e Irlanda e Finlandia che hanno registrato entrambe cali dello 0,1%.
Secondo le stime di Eurostat, l’Italia resta sostanzialmente ferma, con una variazione nulla (0,0%) rispetto al trimestre precedente, dopo il lieve calo del -0,1% registrato tra aprile e giugno. Su base annua, la crescita si attesta allo 0,4%, segnalando una dinamica ancora fragile ma in leggero recupero rispetto ai mesi precedenti. Nel complesso, il tasso di crescita annuale è risultato positivo per 14 Paesi e negativo per uno solo.
 
Segnali più incoraggianti arrivano dagli indicatori di fiducia elaborati dalla Commissione europea. Ad ottobre, l’indice del sentiment economico (ESI) è salito di 1 punto nell’Ue (a 96,7) e di 1,2 punti nell’Eurozona (a 96,8), mentre l’indicatore delle aspettative occupazionali (EEI) è cresciuto di 0,6 punti nell’Unione (a 97,7) e di 0,4 punti nell’area euro (a 96,9). Nonostante il recupero, entrambi gli indici restano sotto la soglia di 100, che rappresenta la media di lungo periodo, segnalando una fiducia ancora prudente da parte di imprese e consumatori. Tuttavia, la combinazione di crescita moderata e stabilità occupazionale suggerisce che l’economia europea stia gradualmente ritrovando equilibrio dopo mesi di incertezza.