29/10/2025 - Allargamento, l'Ue lavora a regole diverse per l'adesione dei Paesi candidati.

I nuovi membri potrebbero entrare nell'Unione, ma senza il diritto di veto e con la minaccia di estromissione in caso di mancato rispetto dei principi fondamentali.
 
L’allargamento europeo si apre a nuovi meccanismi per rendere più sostenibile l’ingresso dei Paesi extra‑Ue. Secondo quanto rivelato dal Mattinale Europeo, nel rapporto sui progressi dei Paesi candidati che sarà presentato dalla Commissione europea il 4 novembre, saranno proposte nuove regole in caso di adesione. 
I Paesi più vicini all’adesione sono la Moldova e l’Ucraina, che nei prossimi mesi potrebbero iniziare l’apertura dei 30 capitoli negoziali con l’Unione Europea .Non è ancora chiaro l'intero progetto, ma quanto emerso finora indica che sarà portata avanti l’idea di un periodo d’integrazione. In questo lasso di tempo i nuovi membri dovranno rinunciare al diritto di veto e saranno estromessi dalla comunità a 12 stelle in caso di arretramento sui valori fondamentali.
 
L’introduzione sarebbe una novità che porta avanti l’idea di una sorta di classificazione tra Stati membri. La gerarchia sarebbe una novità per un sistema che ha sempre garantito pari diritti a tutti i suoi partecipanti. Il secondo aspetto - la possibilità di estromissione in caso di riduzione dei principi democratici - costituisce anch’esso un punto critico. Tale misura servirebbe a salvaguardare l’Unione da possibili derive anti‑comunitarie: impossibili da contrastare dato che l’infrastruttura decide all’unanimità. L’intenzione di Bruxelles è di evitare che una singola mela marcia sia in grado di bloccare l’intero processo decisionale.
 
A retrocedere verso passati meno democratici possono essere anche nazioni già all’interno della comunità. In quest’ottica, nel discorso tenuto la settimana scorsa al Parlamento europeo di Strasburgo, la commissaria all’allargamento Marta Kos aveva parlato di “un cammino parallelo tra riforme e allargamento”. Il diktat che seguirà la Commissione europea sarà quello di non toccare i trattati, cercando di ammorbidire gli obblighi di unanimità sfruttando i cavilli e le deroghe del diritto europeo. Una possibilità è quella indicata da Kos di attivare una “clausola passerella”.
 
La norma è presente nell’art. 48 del Trattato sull’Unione europea (TUE). Il comma 7 prevede la possibilità, per il Consiglio Ue, di passare alla maggioranza qualificata su uno o più specifici argomenti, a condizione che non vi sia opposizione da parte del Parlamento europeo e di tutti i parlamenti nazionali. Particolare rilevanza viene data alle assemblee nazionali, che hanno 6 mesi di tempo per esprimere eventuale opposizione. In assenza di questa, il Consiglio può confermare la decisione e deliberare su una determinata materia senza l’obbligo dell’unanimità. Il tema resta sul tavolo; il 4 novembre si parlerà di allargamento ma di riflesso si avranno segnali per capire se l’Unione Europea diventerà più efficiente.