L'adozione potrebbe avvenire "già questa settimana" secondo l'Alta rappresentante Ue. Nel mirino istituti bancari, profitti energetici, beni dual use e flotta ombra.
Il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia potrebbe essere adottato dall’Ue nel giro di qualche giorno. Questa, almeno, è la speranza dell’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, che ha presieduto l'ultimo Consiglio Affari esteri a Lussemburgo. Quello della guerra in Ucraina era uno dei principali temi sul tavolo dei ministri, che sembrerebbero prossimi all’accordo finale sull’ennesimo round di misure restrittive. La data auspicata è il 23 ottobre, quando i capi di Stato e di governo dei 27 si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo convocato da António Costa.
Con l'imminente pacchetto vengono messe nel mirino le banche e le piattaforme di criptovalute della Federazione, i proventi dell’export di combustibili fossili e le reti coinvolte nell’elusione delle sanzioni già esistenti, sia in Russia sia in altri Paesi. Si allunga ancora la lista dei vascelli appartenenti alla cosiddetta "flotta ombra" del Cremlino con l’inserimento di 118 nuove imbarcazioni.
Allo stesso tempo, l’Ue starebbe lavorando ad un approccio più aggressivo nei confronti della flotta. L’idea sarebbe quella di permettere agli Stati membri di effettuare perquisizioni e altre operazioni sulle navi, dalle quali secondo Kallas partirebbe anche una parte degli attacchi ibridi all'Europa, soprattutto a livello di lanci di droni e di disturbo delle frequenze radio e gps. Ricorrendo anche alle missioni marittime civili e militari comunitarie, come l’Aspides, e nominando un “coordinatore speciale” incaricato di “raccogliere le migliori pratiche” dagli Stati membri, spiega l’ex premier estone.
Inoltre, verranno colpiti anche commercianti e raffinerie di Paesi terzi (soprattutto cinesi) e diventeranno impossibili le transazioni coi colossi energetici russi come Rosneft e Gazpromneft. Tra le nuove restrizioni compare anche un divieto totale di importare GNL russo: era già previsto per il gennaio 2027, ma verrebbe così anticipato di oltre 1 anno. Infine, sono state identificate 45 società - russe e non - accusate di rifornire il Paese aggressore di beni a duplice uso.
Stando a fonti diplomatiche, rimarrebbe solo la Slovacchia di Robert Fico a mantenere l’opposizione contro il nuovo pacchetto. Il presidente slovacco ha sollevato questioni non correlate riguardanti i prezzi dell’energia, il settore automobilistico e la competitività europea. Secondo l'agenzia stampa slovacca Tasr, se le conclusioni del vertice Ue rifletteranno le richieste di Bratislava sul fronte energetico e anche sull'automotive, dalla Slovacchia potrebbe arrivare luce verde. Cadendo il veto il via libera al 19° pacchetto di sanzioni sarebbe approvato subito dopo il vertice dei 27.
Parallelamente, procedono a rilento i lavori sull’utilizzo dei beni russi congelati, il cui valore si aggira intorno ai 175 miliardi di euro. Secondo Kallas, c’è un “forte sostegno” da parte degli Stati membri, ma “vanno ancora definite le modalità giuridiche e fiscali” della faccenda, che continua a dimostrarsi particolarmente spinosa. Infine, l’Alta rappresentante certifica che 25 cancellerie si sono impegnate a diventare parte del Tribunale speciale per i crimini d’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina: “Ora serve una stima dei costi, poi potremo procedere”, chiosa, annunciando l’esistenza di uno stanziamento preliminare di 10 milioni.