Svelato il piano che verrà discusso dai capi di Stato e di governo al vertice del 23 ottobre. Intesa tra istituzioni Ue sul piano industriale di difesa.
Dopo settimane di negoziati con gli Stati membri, la Commissione europea ha presentato una roadmap con la quale strutturare il piu' possibile il riarmo europeo in modo collaborativo. Il programma, che sarà sul tavolo dei capi di Stato e di governo già nel vertice Ue di giovedì 23 ottobre, prende spunto dal Libro bianco per la difesa, confermando le aree di interesse strategico su cui vanno colmati i ritardi, ossia sistemi di difesa aerea e missilistica, droni e sistemi anti-droni, sistemi avanzati di artiglieria (inclusi missili ad alta precisione e a lungo raggio), munizioni, sistemi informativi e intelligenza artificiale, capacità di combattimento terrestre, marittimo e aereo, mobilità militare.
Per ciascuna di queste 9 aree Bruxelles vuole che entro il 1° trimestre 2026 si formino coalizioni di Stati con Paesi guida, affinchè ogni gruppo entro la prima metà del 2026 raccolga dati sulla capacità industriale e avvii progetti, organizzando almeno il 40% di appalti congiunti entro fine 2027. Contratti e finanziamenti dovranno essere garantiti entro il 2028. Sotto la guida degli Stati membri, l’Agenzia europea della difesa (EDA) svolgerà un ruolo centrale nel facilitare il processo di coalizione, in particolare attraverso i gruppi di esperti sulle capacità. La cooperazione tra Stati membri ed EDA intende garantire il collegamento tra l’analisi delle carenze di capacità militari e le aree di capacità prioritarie per l’acquisizione e lo sviluppo.
Per agire rapidamente, la tabella di marcia per la difesa propone 4 iniziative faro europee iniziali: l’Iniziativa europea per la difesa con i droni, l’osservatorio del fianco orientale, lo Scudo aereo europeo e lo Scudo spaziale per la difesa. Qui il calendario proposto dalla Commissione europea prevede entro fine 2025 il via libera dei capi di Stato e di governo al muro anti-droni e all’iniziativa per il fianco orientale, affinché le 2 iniziative faro possano essere lanciate entro la fine del 1° trimestre del 2026 e essere già operative per fine 2026 e pienamente operative, rispettivamente, entro fine 2027 ed entro fine 2028. Sempre entro marzo 2026 si vogliono i primi pagamenti di prefinanziamento nel quadro SAFE per i progetti facenti parte delle iniziative faro, i primi bandi per gli appalti comuni nell’ambito dell’EDIP, il programma per l’industria della difesa.
Ciò non significa che le altre operazioni faro debbano essere lasciate da parte. Al contrario, recita la comunicazione, sebbene fronte orientale e muro anti-droni siano “le più urgenti” delle 4 iniziative, “il lavoro dovrebbe accelerare per sviluppare uno Scudo aereo europeo” così da realizzare una protezione aerea e missilistica integrata e multistrato per gli Stati membri, pienamente inter-operabile con il sistema di comando e controllo della NATO. Si fissa al 2° trimestre 2026 la data di attivazione dello scudo aereo, la stessa indicata per lo scudo spaziale. Per quest’ultima iniziativa l’invito a avviare i lavori è “dal 2026”.
La tabella di marcia per la difesa della Commissione europea si spinge anche oltre le 9 aree prioritarie e le 4 iniziative faro. Serve ripensare il mercato del lavoro, e allora l’esecutivo comunitario si impegna, entro la fine di quest'anno, a istituire alleanze tecnologiche per la difesa, mettendo in contatto gli innovatori tecnologici con gli utenti della difesa negli Stati membri per aiutarli a colmare le carenze critiche in termini di capacità.
Ancora, la Commissione europea, in stretta collaborazione con le nazioni leader delle coalizioni di capacità, intende ospitare entro metà 2026 il primo vertice annuale dell’industria della difesa. Una panoramica dell’aumento della capacità industriale e la valutazione dei rischi per l’approvvigionamento affidabile delle risorse è prevista partire da metà 2026, mentre entro la fine dello stesso anno è fissato l’obiettivo di riqualifica di 200.000 dipendenti dell’industria della difesa entro il 2026. Fissato come limite estremo fine 2027 per l’attivazione del fondo per la competitività, lo sportello per la difesa e il programma quadro per la ricerca (Horizon Europe).
Un capitolo a parte viene dedicato alla mobilità militare. La Commissione europea si impegna a presentare un pacchetto entro fine anno con tutte le proposte utili del caso, per identificare corridoi per lo spostamento di uomini e mezzi entro la fine del 1° trimestre 2026. L’obiettivo è quello di avere entro fine 2027 nuove vie di mobilità militari funzionanti da un punto di vista pratico e procedurale, attraverso un’armonizzazione di procedure.
Nell’ampia strategia della Commissione europea c’è anche un calendario operativo per l’Ucraina, a cui non viene fatto mancare il sostegno. Innanzitutto si vuole completare entro dicembre la consegna dei 2 milioni di munizioni promesse dal "piano Kallas". Entro marzo 2026 si intende avviare l’alleanza Ue-Ucraina sui droni e concludere la valutazione su eventuali incentivi per nuovi aiuti a Kiev, anche in termini di sostegno militare rapido.