21/10/2025 - Nasce il Patto per il Mediterraneo: "Partenariati tra pari per affrontare sfide globali".

Oltre 100 idee e progetti su mobilità, cultura, innovazione e transizione verde. E una maggiore cooperazione per gestire la migrazione irregolare.
 
L’Alta rappresentante dell’Unione europea, Kaja Kallas, e la commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, hanno presentato il nuovo Patto per il Mediterraneo. Secondo la Commissione europea, il nuovo Patto sarà operativo a partire dal 28 novembre in occasione del 30° anniversario della Dichiarazione di Barcellona, l’atto istitutivo del Partenariato euromediterraneo tra l’Unione europea e 12 paesi del Vicino Sud, con l’obiettivo di trasformare il Mediterraneo in uno “spazio comune di pace, stabilità e prosperità” attraverso cooperazione politica, economica, sociale e culturale. A quel punto, nel 1° trimestre del 2026, Bruxelles dovrebbe partorire un piano d’azione specifico, che indicherà i Paesi a bordo e le parti interessati per ciascun progetto.
 
Il Patto è rivolto ai 10 partner affacciati sul Mediterraneo: Marocco, Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano e Siria. Prosegue il lavoro cominciato nel 2021 con l’Agenda per il Mediterraneo, ma con una nuova “metodologia”, ha affermato Šuica: “Stiamo creando un partenariato tra pari”, ha assicurato, basato - si legge nella nota dell’esecutivo Ue - sui principi di “comproprietà, co-creazione e responsabilità congiunta“.
La parola chiave è “flessibilità”, ha dichiarato Šuica, spiegando che “coloro che sono pronti ad aderire al patto e al piano d’azione che verrà sono i benvenuti” e che “gli altri verranno dopo”. Il patto è aperto anche alla collaborazione con partner al di fuori dell’area: Paesi del Golfo, Africa subsahariana, i Balcani occidentali e la Turchia. Il rafforzamento della cooperazione tra l’Ue, il Medio oriente, il Nord Africa e la regione del Golfo “è uno degli obiettivi principali del patto”, precisa la Commissione europea.
 
Il piano si basa su 3 pilastri: persone e mobilità, integrazione e sostenibilità economica, sicurezza e gestione della migrazione. “Oggi facciamo un’offerta chiara ai nostri vicini”, ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, consapevole che nel Mediterraneo si gioca un’importante partita geopolitica e che l’Unione, nonostante la vicinanza geografica, rischia di rimanere ai margini.
Von der Leyen ha parlato di “oltre 100 idee e azioni concrete”. Dalla creazione di un’università del Mediterraneo, al “collegamento delle nostre istituzioni culturali e delle nostre società civili”, dalla “costruzione di fabbriche di Intelligenza artificiale in tutto il Mediterraneo” a “una nuova iniziativa per le start-up mediterranee”.
 
E poi, la gestione della migrazione, più che mai cruccio dell’attuale esecutivo. “Da parte europea, mobiliteremo i nostri strumenti finanziari e, cosa fondamentale, faremo tutto il possibile per mobilitare gli investimenti privati”. Se da un lato l’Ue chiede cooperazione nel limitare sempre di più gli attraversamenti del Mediterraneo da parte di persone migranti che puntano all’Europa, dall’altra apre ad “ampliare le partnership per i talenti con il Marocco, la Tunisia e l’Egitto” e a “facilitare il rilascio dei visti, in particolare per gli studenti“, ha annunciato Šuica, sottolineando che “se i giovani voglio venire, ci sono percorsi legali”.
 
Bruxelles vuole infine mettere in cantiere anche “azioni” relative alla modernizzazione delle relazioni commerciali e di investimento, alla promozione dell’energia e delle tecnologie pulite, alla resilienza idrica, all’economia blu e all’agricoltura, alla connettività digitale e dei trasporti, nonché alla creazione di posti di lavoro. Tra gli obiettivi c’è il supporto per decarbonizzare la regione, allineando a poco a poco standard e regole ambientali su quelle del blocco. Tutto questo, attraverso i 42 miliardi di euro per il Mediterraneo che la Commissione europea vuole mettere a bilancio dal 2028 al 2034, il doppio rispetto alle risorse attuali.