La presidente della Bce agli europarlamentari a Strasburgo fa il punto sull’eurozona, chiudendo la porta a futuri tagli dei tassi.
"Con un’inflazione attualmente al 2% e destinata a mantenersi su tale livello nell’orizzonte di proiezione, possiamo affermare che il processo di disinflazione è terminato e le decisioni sui tassi saranno strettamente legate ai dati”. Così la presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, è intervenuta davanti alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo. “Continueremo a determinare l’orientamento della politica monetaria seguendo un approccio basato sui dati e sulle singole riunioni”, ha aggiunto Lagarde.
Lagarde ha spiegato che, nella prima metà dell'anno, l'economia è cresciuta dello 0,7% in termini cumulativi, grazie alla resilienza della domanda interna. I rischi per la crescita economica sono diventati più equilibrati poiché la probabilità che i principali rischi di ribasso legati alle tariffe si siano concretizzate è diminuita, a causa del nuovo accordo commerciale“. Però, vuole sottolineare la presidente della Bce, permangono “i rischi che le rinnovate tensioni commerciali possano ulteriormente smorzare le esportazioni, gli investimenti e i consumi”.
La situazione che si prospetta è quella aggiornata a settembre. Per quanto riguarda la crescita dell’eurozona, Francoforte prevede un aumento dell’1,2% nel 2025 (rispetto allo 0,9% delle previsioni di giugno), dell’1% nel 2026 (rispetto allo 1,1% delle previsioni di giugno) e dell’1,3% nel 2027 (stabile).
Per quanto riguarda l'inflazione nel medio periodo, le stime indicano che il dato si attesterà al 2,1% nel 2025 (rispetto al 2% delle previsioni di giugno), 1,7% nel 2026 (dall’1,6% delle previsioni di giugno) e 1,9% nel 2027 (dal 2% delle previsioni di giugno).