La Commissione europea sta lavorando alla proposta di riforma del mandato dell'Agenzia di frontiera, che si occuperà anche del rafforzamento tecnologico di controllo.
Le incursioni di velivoli teleguidati nei cieli degli Stati membri inducono i ministri dell’Interno a pensare nuovi scopi per Frontex, l’Agenzia di guardia costiera e di frontiera dell’Unione, fin qui utilizzata dai governi per gestire i flussi migratori. L’Agenzia ha però una più ampia funzione di gestione delle frontiere esterne dell’Ue e la lotta alla criminalità transfrontaliera, non limitata ai soli trafficanti di esseri umani, e quindi l’idea è modellarne le funzioni sulla base delle diverse, nuove, esigenze.
“Rafforzare il mandato di Frontex è la priorità di questa Commissione“, ricorda Markus Lammert, portavoce dell’esecutivo comunitario per le questioni di Affari interni. Sottolinea che il ragionamento è corso, e che la proposta di riforma del mandato dell’Agenzia arriverà “entro la fine del 2026” e che questa proposta a cui si lavora “include anche il rafforzamento tecnologico del controllo delle frontiere“. Parole e obiettivi che lasciano intendere come si intende spostare l’attenzione dell’Agenzia per le frontiere esterne sul fronte droni.
Parlando accanto al ministro dell’Interno tedesco Alexander Dobrindt, il commissario europeo per la Migrazione Magnus Brunner ha lasciato intendere che l’agenzia Frontex potrebbe presto ampliare il proprio mandato includendo anche la difesa dai droni. La Commissione europea, ha spiegato Brunner, sta valutando di reindirizzare parte dei fondi destinati alla protezione delle frontiere verso tecnologie di sorveglianza e anti-drone, una mossa che potrebbe assegnare a Frontex nuove responsabilità al crocevia tra sicurezza delle frontiere e difesa.
La Commissione europea ha già destinato 150 milioni di euro a Frontex per investire in tecnologie legate ai droni. Brunner ha rivelato che ulteriori 250 milioni di euro del Fondo per la gestione delle frontiere saranno impiegati “specificamente per i droni”, potenzialmente per finanziare sistemi di sorveglianza, difese anti-drone e coordinamento transfrontaliero per proteggere le infrastrutture critiche. Ha aggiunto che la protezione degli aeroporti dovrebbe “far parte a pieno titolo del futuro mandato di Frontex”, lasciando intendere un’interpretazione più ampia del ruolo dell’agenzia, oltre al controllo migratorio. “La questione della protezione delle infrastrutture critiche avrà certamente un ruolo in questo contesto”, ha dichiarato Brunner. “Pertanto, i fondi potranno essere utilizzati anche in modo più flessibile”.
Il mandato di Frontex sarà oggetto di revisione il prossimo anno e le discussioni sono già iniziate a Bruxelles. Secondo un documento del Consiglio Ue, gli Stati membri stanno valutando la possibilità di concedere all’agenzia poteri più ampi, incluso quello di organizzare trasferimenti di migranti tra Paesi non appartenenti all’Ue - qualcosa che le regole attuali non consentono. La questione tornerà sul tavolo del Consiglio Affari Interni il 14 ottobre, quando i ministri dell’Interno discuteranno fino a che punto spingersi con l’espansione del mandato dell'Agenzia.