02/10/2025 - Gli Stati membri pensano ad un nuovo ruolo per i 27 ministri della Difesa Ue.

Il vertice di Copenhagen vede conferire più autonomia ai membri dei governi che poi riferiranno proprio ai leader Ue. Costa: "Svolgano un ruolo più incisivo".
 
Sebbene il Consiglio informale di Copenhagen si sia concluso senza decisioni scritte, gli Stati membri hanno concordato di attribuire ai ministri Ue della Difesa maggiore autorità nella definizione della politica di sicurezza. “Per costruire l’Europa della difesa, abbiamo bisogno di un coordinamento e di un controllo politico efficienti per monitorare i nostri progressi”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo,  Antonio Costa a conclusione del vertice. “I nostri ministri della Difesa devono svolgere un ruolo più incisivo, per portare avanti i lavori tra una riunione del Consiglio e l’altra e per monitorare le tappe fondamentali dei progressi”.
 
Costa ha dichiarato che i ministri si riuniranno più spesso e con maggior peso tra un vertice dei leader e l’altro, invece di funzionare come una sorta di “riunione minore del Consiglio dei ministri degli Esteri”. I leader, nel corso del vertice informale di Copenaghen, hanno manifestato la volontà di mantenere la difesa come competenza degli Strati membri e di rafforzare la governance, aumentando il ruolo dei ministri della Difesa sotto l'egida dell'Alto rappresentante Ue. “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è dare più autonomia, perché dobbiamo coinvolgere sempre di più i nostri ministri della Difesa a livello europeo”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo.
 
La scelta politica presa dai 27 leader Ue è la logica conseguenza di un orientamento che è il riflesso di una necessità avvertita come imprescindibile e non più rinviabile. Molti leader sono giunti all’appuntamento danese manifestando l’intenzione di procedere a un coordinamento in materia di difesa, vista la situazione di tensioni crescenti, provenienti soprattutto da est. Tra loro anche Mette Frederiksen, prima ministra danese, soddisfatta per l’esito dei lavori: “Credo che oggi abbiamo avuto delle discussioni proficue e ora siamo pronti a compiere i prossimi passi“.
 
Serviranno altre riunioni altri ragionamenti, invece, sul progetto di muro anti-droni contro la violazione dello spazio aereo europeo e le incursioni di velivoli di Paesi stranieri, promosso dalla Commissione europea. L’unica cosa su cui i leader sono d’accordo è la necessità di un sistema di difesa da schierare, ma sul resto le idee sono diverse. La capacità di individuare incursioni e avere un sistema di deterrenza sono 2 elementi su cui c’è convergenza tra gli Stati membri, che hanno però posizioni diverse sull’abbattimento. In generale però sono stati segnalati i "molti elementi positivi" del documento presentato dall'esecutivo Ue ed è stata espressa la volontà che il lavoro prosegua, in tandem con l'Alto rappresentante, per elaborare lo proposta concreta sulla roadmap comune in vista del Consiglio ordinario di ottobre.
 
Solo pochi cenni sull’Ucraina, per ribadire il sostegno a Kiev, nuove sanzioni alla Russia, e per “aprire la strada” dell’adesione dell’Ucraina all’Ue. “I leader europei hanno avuto una prima discussione su come mobilitare ulteriori fondi per l’Ucraina. E il messaggio è chiaro: la Russia deve capire che i partner dell’Ucraina, compresi i partner europei, hanno la volontà e i mezzi per continuare a sostenerla fino al raggiungimento di una pace giusta e duratura”. Tra 2 settimane la Commissione europea presenterà una tabella di marcia sulla “prontezza difensiva” per il 2030 e il Consiglio europeo si riunirà di nuovo il 23 e 24 ottobre a Bruxelles: “Sarà il momento delle decisioni", promette Costa.