Il premier polacco è intervenuto ad un evento informale a Copenhagen, ponendo l'accento sulla necessità di difesa comune e autonomia strategica per il vecchio Continente.
Articolo tratto da euractiv.it
L’Europa deve essere autosufficiente nella produzione dei propri armamenti perché non può permettersi di esternalizzare la propria sicurezza, secondo il premier polacco, Donald Tusk. Intervenendo al Copenhagen Competitiveness Summit, al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e della premier danese Mette Frederiksen, Tusk ha messo in primo piano il legame tra competitività economica e difesa europea.
“La nostra realtà oggi e domani è la sicurezza. E sicurezza significa armamenti. Armamenti significa acciaio. Acciaio significa reindustrializzazione. Dobbiamo essere autosufficienti. Non possiamo esternalizzare la nostra sicurezza”, ha affermato il premier polacco. Tusk ha avvertito che l’Europa rischia di perdere la base industriale necessaria a sostenere la propria autonomia strategica. “Per i nostri produttori di acciaio non c’è alcuna chance di continuare a lavorare nel continente con questa sovraregolamentazione e con questi prezzi dell’energia”, ha raccontato, riferendo di un confronto con uno dei principali colossi siderurgici mondiali.
Il premier ha indicato Stati Uniti, Canada e Brasile come mercati “radicalmente più attrattivi dell’Europa”, avvertendo che il continente ha pochissimo tempo per reagire. “Non abbiamo anni, ma mesi. Sarà troppo tardi se non siamo pronti a reagire”, ha scandito.
Il messaggio è rivolto in primo luogo a Bruxelles: per Tusk la difesa non è solo una questione militare, ma un test della capacità dell’Unione di garantire condizioni competitive alle proprie imprese. “Le nostre ambizioni non possono significare che, a causa dell’Europa, le aziende perdano competitività rispetto al resto del mondo”, ha ammonito. “Sì, dobbiamo essere ambiziosi, e lo siamo. Ma dobbiamo farlo con saggezza e responsabilità, insieme alle nostre imprese, ai manager e alle organizzazioni economiche. Solo così avremo successo.
