Con il 31,6% Roma è fanalino di coda per quota di giovani laureati tra i 25 e 34 anni nel 2024.
Quando si parla di istruzione e di conseguimento della laurea, l'Italia si mette in mostra per il basso livello di competenze, studi e preparazione. E’, davanti la Romania, il penultimo Stato membro dell’Unione europea per tasso di laureati. A certificare il problema è Eurostat, l'ufficio statistico Ue, nella pubblicazione dei progressi compiuti per rispondere all’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (ONU) relativo all’istruzione.
L’obiettivo di sviluppo sostenibile "istruzione di qualità" (SDG 4) mira a garantire l’accesso a un’istruzione di qualità per tutti lungo tutto l’arco della vita, nonché ad aumentare il numero di giovani e adulti in possesso delle competenze necessarie per l’occupazione, un lavoro dignitoso e l’imprenditorialità. Uno degli indicatori Eurostat utilizzati per misurare i progressi verso l’obiettivo è il tasso di conseguimento dell’istruzione terziaria, che misura la quota di popolazione di età compresa tra 25 e 34 anni che ha completato un corso di istruzione superiore.
Mentre tra i Paesi dell’Unione europea, nel 2024, Irlanda (65,2%), Lussemburgo (63,8%) e Cipro (60,1%) si segnalano per tassi di laureati più elevati, dall’altra parte vengono esplicitamente citati Romania (23,2%), Italia (31,6%) e Ungheria (32,3%) per il minor livello di fine di studi universitari.
Il dato aggiornato di Eurostat certifica oltretutto un peggioramento del quadro nazionale: alla fine del 2023 l’Italia si collocava al terzultimo posto per lauree e diplomi universitari conseguiti, e dopo 1 anno il piazzamento in questa speciale classifica si deteriora ulteriormente, a riprova di una problematica che mette l’Italia in una posizione debolezza economica. Con una popolazione anziana e pochi giovani, il basso numero di persone qualificate inficia seriamente sulle capacità di innovazione e competitività del Paese.