28/07/2025 - Lettera di 58 ex ambasciatori ai vertici Ue: "Agire nei confronti di Israele".

I diplomatici hanno inviato una missiva alle istituzioni di Bruxelles parlando di crimini di guerra perpetrati da Israele e “passi calcolati verso una pulizia etnica”.
 
"Siamo rimasti sconvolti e indignati dal massacro di israeliani innocenti e dalla presa di ostaggi del 7 ottobre 2023. Oggi, tuttavia, assistiamo all'orribile spettacolo di Israele che compie quotidianamente crimini di atrocità contro il popolo palestinese - soprattutto a Gaza, ma anche nella Cisgiordania". E' quanto si legge in una lettera di 58 ex ambasciatori dell'Unione europea diretta ai vertici delle istituzioni comunitarie. Nella missiva si chiede "con urgenza a tutti i leader e i governi dell'Ue di agire contro le gravi violazioni umanitarie e dei diritti umani di Israele".
 
Le azioni richieste nella lettera, indirizzata a Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, Antonio Costa e Kaja Kallas, sono le seguenti: riprendere immediatamente le consegne di aiuti internazionali su larga scala e inondare la Striscia di Gaza con forniture umanitarie, nel pieno rispetto dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale: sospendere con effetto immediato tutte le esportazioni di armi e di prodotti a duplice uso verso Israele; vietare il commercio con gli insediamenti illegali di Israele nei territori palestinesi occupati e proibire le relazioni commerciali e di investimento dell'Ue e degli Stati membri con qualsiasi entità o società che svolga attività commerciale negli insediamenti illegali di Israele o che ne tragga vantaggio; sospendere tutti gli accordi commerciali preferenziali per Israele nell'ambito dell'Accordo di associazione. 
 
E ancora: annullare la partecipazione di Israele a Horizon Europe e a tutti i programmi di ricerca a doppio uso, accademici e di tecnologia dell'Ue; imporre sanzioni mirate a ministri, funzionari di governo, comandanti militari, e coloni violenti israeliani responsabili di crimini di guerra, crimini contro l'umanità, facilitazione del genocidio e attuazione del terrorismo sancito dallo Stato; sostenere i meccanismi giudiziari internazionali e nazionali - tra cui la Corte penale internazionale e i tribunali nazionali sotto giurisdizione universale - per assicurare i responsabili alla giustizia; fornire sostegno politico, legale e finanziario alle vittime civili palestinesi, ai difensori dei diritti umani e alle organizzazioni umanitarie che operano in condizioni impossibili; riconoscere la statualità palestinese in occasione della conferenza delle Nazioni Unite a New York del 28/29 luglio, per creare il prerequisito necessario per una soluzione a 2 Stati.