21/07/2025 - L'Ue adotta il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, superato il blocco della Slovacchia.

Ok dai 27 ambasciatori per le nuove misure restrittive, volte a colpire soprattutto gli export di petrolio di Mosca.
 
L'Unione europea ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, dopo che è stato trovato un accordo con il premier slovacco Robert Fico, che ha permesso di superare il veto di Bratislava. Il via libera è arrivato venerdì 18 luglio dagli ambasciatori dei 27 e poi è stato ratificato dai ministri al Consiglio Ue Affari generali. Fico ha affermato che la Slovacchia ha ottenuto tutto ciò che poteva ottenere nei negoziati con la Commissione europea, in cui ha chiesto garanzie contro i danni che teme derivino da un piano separato dell'Ue per porre fine a tutte le importazioni di gas dalla Russia a partire dal 2028.
 
Le nuove misure restrittive, presentate dall’esecutivo Ue a inizio giugno e definite dal capo della diplomazia Ue come “uno dei pacchetti di sanzioni più forti adottati fino ad oggi“, andranno a colpire ancora più duramente 2 settori chiave dell’economia russa, quello energetico e quello finanziario-commerciale. L'annuncio è arrivato dopo 2 giorni dalla presentazione del nuovo bilancio comunitario 2028-2034 targato von der Leyen, al quale si accompagna un fondo speciale da 100 miliardi dedicato al sostegno dell’Ucraina. 
 
Sul versante energetico, confermano fonti diplomatiche, partirà un ulteriore giro di vite sulle importazioni di combustibili fossili dal Cremlino, incluso l’inserimento nella lista nera di Bruxelles di 105 nuove petroliere della flotta fantasma russa (portando il totale ad oltre 400 vascelli), il divieto di effettuare qualsiasi transizione attraverso i gasdotti Nord Stream 1 e 2 e il divieto di acquistare da qualunque Paese terzo - tranne Canada, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera - prodotti petroliferi raffinati ottenuti dal greggio russo, per contrastare l’elusione dell’embargo occidentale.
 
Previsto inoltre l’abbassamento del tetto al prezzo del petrolio, una misura controversa sulla quale l’Ue è uscita allo scoperto senza l’appoggio degli Stati Uniti, nonostante l’oil price cap fosse stato deciso in ambito G7. I diplomatici comunitari parlano di un “meccanismo dinamico di limitazione del prezzo” del greggio, tramite il quale viene fissato un limite massimo del costo unitario al 15% in meno rispetto al prezzo medio di mercato. Concretamente, si tratta di passare da 60 a 47,6 dollari al barile, mentre un “meccanismo dinamico di revisione” consentirà di aggiustare il tiro strada facendo.
 
Dal punto di vista finanziario, si prevedono nuove restrizioni contro 22 istituti bancari russi, l’estensione dell’attuale esclusione dal sistema SWIFT ad un divieto totale di transazione, il divieto di transazioni col Fondo russo per gli investimenti (Rdif) e un’ulteriore limitazione dell’accesso di Mosca alle tecnologie a doppio uso civile e militare (ad esempio le macchine CNC utilizzate nella produzione di componenti per l’industria automobilistica, spaziale e missilistica).