30/06/2025 - Il Consiglio Ue proroga i 17 pacchetti di sanzioni alla Russia per altri 6 mesi.

Le restrizioni economiche rimarranno in vigore fino al 31 gennaio 2026, con un inasprimento delle misure contro il commercio, la finanza e la disinformazione russa.
 
L'Unione Europea ha esteso per altri 6 mesi le sanzioni già in vigore contro la Russia. Dopo l’accordo politico raggiunto dai leader dei 27 al vertice della scorsa settimana (26 giugno) e il passaggio tra gli ambasciatori al Coreper di venerdì, ora è arrivato il via libera formale da parte del Consiglio Affari esteri, tramite procedura scritta. Una decisione unanime dato che, - almeno per una volta - nemmeno Ungheria e Slovacchia si sono opposte.
Sono stati rinnovati quindi tutti i 17 pacchetti di sanzioni settoriali e contro individui ed entità specifiche, comminati contro Mosca dal febbraio 2022, quando è cominciata l’invasione su larga scala dell’Ucraina. La scadenza sarebbe stata il prossimo 31 luglio. Le misure dovranno ora essere rinnovate anche dagli Stati membri entro il 31 gennaio 2026.
 
Col rinnovo odierno vengono mantenuti congelati anche i circa 210 miliardi di euro in asset della Banca centrale russa immobilizzati da Euroclear negli istituti sotto la giurisdizione dell’Ue, nell’attesa di capire cosa farne (ci sono ancora molti dubbi sulla legalità – e l’opportunità politica – della confisca diretta dei beni in questione, oltre a quella degli extraprofitti da essi generati).
 
Nel frattempo, da settimane a Bruxelles si lavora per confezionare il 18° pacchetto, che dovrebbe colpire ancora più duramente la flotta ombra del Cremlino e le esportazioni energetiche della Federazione russa. Stando a fonti comunitarie, la Commissione europea lo metterà formalmente sul tavolo degli Stati membri solo dopo un bilaterale tra Ursula von der Leyen e il premier slovacco Robert Fico (preoccupato per i rifornimenti di gas russo di Bratislava), atteso per i prossimi giorni.
Molto più incerto, invece, il destino della misura che l’esecutivo Ue voleva mettere al centro del nuovo round di misure restrittive: l’abbassamento del price cap sul greggio russo. Trattandosi di una decisione presa in ambito G7, servirebbe l’ok dei partner per renderla realtà. Ma su questo punto c’è scetticismo nella Casa Bianca di Donald Trump, come pure tra gli stessi Stati membri dell'Ue.