25/06/2025 - Nato: via libera al 5% del Pil per la Difesa entro il 2035.

La riforma, caldeggiata da Trump e Rutte, è il cuore del vertice dell'Aja. Spagna negozia l'aumento al 2,1%.
 
I leader dei 32 Paesi membri della Nato hanno adottato il comunicato finale del vertice in corso all’Aja nei Paesi Bassi, accettando di impegnarsi a investire il 5% del proprio Pil nella difesa entro il 2035. Nel comunicato finale, gli Alleati ribadiscono la “ferma determinazione” a difendere il miliardo di cittadini dell’area euro-atlantica e a salvaguardare “libertà e democrazia”, con riferimento esplicito all’art. 5 del Trattato di Washington: “Un attacco a uno è un attacco a tutti”.
 
Il vertice ha sancito un nuovo obiettivo ambizioso in termini di spesa, fortemente richiesto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Nel comunicato si legge infatti che i Paesi si impegnano a destinare, entro il 2035, il 5% del proprio Pil annuale ai “requisiti fondamentali di difesa e sicurezza”, in attuazione anche dell’art. 3 del Trattato. Si tratta di un significativo incremento rispetto all’attuale obiettivo del 2% sancito nel 2014 e che in questi anni è stato fonte di dibattito in diversi Stati membri.
 
Il nuovo obiettivo si articolerà in 2 componenti principali: almeno il 3,5% del Pil sarà destinato a coprire le spese militari dirette, necessarie per la prontezza operativa, il potenziamento delle capacità e il raggiungimento degli obiettivi di capacità dell'Alleanza atlantica. Fino all’1,5% del Pil sarà invece destinato a rafforzare la resilienza, proteggere infrastrutture critiche e reti digitali, sostenere l’innovazione e l’industria della difesa, e migliorare la preparazione civile. Nel comunicato si legge che gli Alleati dovranno presentare piani nazionali annuali che traccino una traiettoria chiara verso questi obiettivi, la cui attuazione sarà sottoposta a una prima revisione nel 2029, in base all’evoluzione del contesto strategico.
 
Prima del vertice, la Spagna aveva inviato una lettera alla segreteria generale della Nato in cui si dichiarava l'impossibilità strutturale per il Paese di raggiungere la soglia proposta. Il primo ministro, Pedro Sanchez, aveva bollato, infatti, l'aumento come "non realistico" in rapporto alle esigenze sociali interne, sottolineando nella missiva le priorità sociali interne e la necessità di un "realismo strategico". A margine del vertice Sanchez è riuscito a negoziare un accordo che consentirà alla Spagna di non sottostare all'obbligo di raggiungere quota 5%, optando per un 2,1% "sufficiente e realistico".
 
Nel documento infine emerge con chiarezza la persistente preoccupazione nei confronti della Russia, indicata come “minaccia a lungo termine per la sicurezza euro-atlantica”. Parallelamente, viene riaffermato il sostegno sovrano e duraturo all’Ucraina, considerata un pilastro della sicurezza collettiva. In quest’ottica, gli investimenti destinati alla difesa dell’Ucraina e al rafforzamento della sua industria militare saranno inclusi nel calcolo della spesa Nato.