La candidatura dell'irlandese per un nuovo mandato sembra ben avviata, con un ampio sostegno tra i membri del Ppe. Spagna e Lituania possibili insidie.
Il presidente uscente dell’eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe ha formalizzato la sua candidatura per un nuovo mandato. Lo ha annunciato lo stesso Donohoe nella conferenza stampa al termine dell'ultima riunione dell'Eurogruppo a Lussemburgo. “Sulla presidenza come sapete il mio termine finirà il 12 luglio. Il processo di elezione richiede dei candidati e abbiamo lanciato oggi il processo, che sarà affrontato al prossimo Eurogruppo del 7 luglio. Ho reso pubblico il mio intento di continuare il lavoro”, ha dichiarato Donohoe, al momento senza alcuno sfidante.
C’è tempo fino al 27 giugno per presentare le candidature, con i ministri di Spagna e Lituania che stanno considerando l’eventualità di correre. Entrambi, sotto traccia, stanno tastando il terreno per capire fino a che punto possono avere una qualche possibilità di riuscire. Donohoe è fiducioso di avere il consenso necessario per proseguire nel suo attuale ruolo. La votazione avverrà a maggioranza semplice, e i numeri sembrano pendere a suo favore.
Dei 20 membri dell’eurozona, 5 - Belgio, Grecia, Lettonia, Lussemburgo e Portogallo - sono del Partito Popolare europeo, il suo stesso partito. Il ministro dell’Economia della Croazia, Marko Primorac, è indipendente ma frutto della nomina dell’Unione cristiano-democratica, il partito affiliato al Ppe. Ci sono poi i ministri Paesi Bassi e Finlandia, liberale il primo e indipendente ma con posizione di destra la seconda, che data la linea tradizionalmente rigorista dei loro Paesi in termini di politiche di bilancio.
Il presidente uscente dell’Eurogruppo avrebbe dunque già 8 voti assicurati in aggiunta al proprio, in ottica di un possibile confronto, al momento comunque non all’orizzonte. Un totale che mette Donohoe in una posizione di forza difficile da rimettere in discussione a meno di colpi di scena. Certo, i ministri socialisti sono 4 (Austria, Germania, Lituania, Malta) a cui si aggiungono i 3 indipendenti a sostegno e orientamento socialista (Spagna, Slovacchia e Cipro). Una situazione che rende il confronto interessante, sempre a patto che qualcuno sciolga la riserva e sfidi Donohoe.