I progressi del partenariato strategico saranno riesaminati in occasione del Forum Global Gateway che si terrà il 9-10 ottobre a Bruxelles.
Articolo tratto da euractiv.it
L’Europa e l’Italia rilanciano il partenariato con l’Africa con la firma di 11 intese strategiche per un valore di 1,2 miliardi di euro che spaziano dalle infrastrutture ferroviarie, cavi per la trasmissione di dati, fino all’impegno a favore degli agricoltori africani. L’occasione è stata l’evento che si è tenuto venerdì 20 giugno a Roma dal titolo “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: a common effort with the African Continent” presieduto dalla premier italiana Giorgia Meloni insieme alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Con questo evento, l’Italia ha cercato la sponda dell’Europa per portare avanti e dare slancio al suo Piano Mattei, il progetto di punta del governo guidato da Meloni, fino ad oggi rimasto molto sulla carta e nelle dichiarazioni dopo il lancio ufficiale avvenuto nel novembre 2023. La stessa Meloni ha affermato nelle dichiarazioni alla stampa che “il primo partner naturale di questa strategia non può che essere l’Europa con il suo Global Gateway”. L’obiettivo di Meloni è un’integrazione più netta con il Global Gateway comunitario: la strategia infrastrutturale inaugurata da Bruxelles nel 2021 e incardinata su una dotazione di 300 miliardi di euro complessivi, con una quota di 150 proiettati a iniziative incentrate sull’Africa.
Quella più rivelante riguarda il Corridoio di Lobito, l’infrastruttura ferroviaria da 830 km che collegherà Angola e Zambia tramite la Repubblica democratica del Congo, con prospettive di estensione fino al porto di Dar es Salaam, in Tanzania. Nello specifico durante l’evento è stata annunciata la prima tranche da 250 milioni di euro, sotto forma di finanziamento da parte di Cassa depositi e prestiti (CDP) garantito da Sace, a favore dell’istituzione multilaterale Africa finance corporation. La Commissione Ue ha invece firmato 3 accordi di finanziamento con l’Angola per un valore di 77 milioni di euro in sovvenzioni. “Nel complesso, il contributo totale dell’Ue lungo il corridoio si avvicina a 1 miliardo di euro”, ha affermato von der Leyen.
L'esecutivo Ue ha anche sottoscritto una garanzia di 110 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti nell’ambito dell’iniziativa TERRA (Transforming and Empowering resilient and responsible Agribusiness) a sostegno degli sforzi italiani per il ripristino dell’agricoltura sostenibile con particolare focus sulla filiera del caffè in diverse Nazioni africane. Altra iniziativa è RISE (Renewable Infrastructure & Sustainable Energy) che prevede da parte della Commissione Ue una garanzia in favore di CDP per finanziamenti a supporto di investimenti nel settore delle energie rinnovabili, digitalizzazione e mobilità urbana.
Sul fronte della connettività digitale, la presidente della Commissione ha annunciato che Roma e Bruxelles finanzieranno congiuntamente un’estensione del cavo sottomarino Blue Raman (che collega l’India via Gibuti all’Europa, attraverso l’Italia) a Somalia, Kenya e Tanzania. Il progetto, a cui partecipa l’italiana Sparkle, collegherà “l’Africa orientale a enormi mercati digitali” ed espanderà la più ampia strategia europea per colmare il divario digitale africano.
Da parte sua Meloni ha anche annunciato di essere al lavoro con la Commissione per un’iniziativa concreta per affrontare la questione del debito delle nazioni africane. L’iniziativa prevede di convertire nei prossimi 10 anni l’intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate secondo i criteri della banca mondiale, di abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito medio-basso. L’intera operazione permetterà di convertire in progetti di sviluppo, da attuale in loco, circa 235 milioni di euro di debito.
Annunciato nel 2022, il Piano Mattei è stato formalizzato solamente nel novembre 2023 con un decreto-legge, che ha istituito una Cabina di Regia per coordinare le attività. Basato su 5 pilastri - istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia, acqua - il progetto mira a mobilitare almeno 4 miliardi di euro di fondi italiani nell’arco dei prossimi 7 anni. Nella prima fase il Piano ha coinvolto 9 Paesi (Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria, Kenya, Etiopia, Mozambico, Repubblica del Congo e Costa d’Avorio) per poi aprirsi anche ad Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania.