Il teso, promosso dai Paesi Bassi, chiede alla Commissione Ue di "usare tempestivamente e pienamente gli strumenti a sua disposizione in materia di stato di diritto nel caso in cui tali misure non vengano riviste di conseguenza".
Un gruppo di 17 Stati membri dell'Ue, tra cui Germania e Francia, si dicono "profondamente preoccupati" per la messa al bando del Pride in Ungheria e chiedono a Budapest di "rivedere tali misure per garantire il rispetto e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti i cittadini, in conformità con i propri obblighi internazionali". Nella dichiarazione, elaborata in occasione del Consiglio Affari Generali in cui si terrà un'audizione sullo Stato di diritto in Ungheria, si invita poi l'esecutivo Ue a "usare tempestivamente e pienamente gli strumenti a sua disposizione in materia di Stato di diritto nel caso in cui tali misure non vengano riviste di conseguenza".
Il testo è promosso dai Paesi Bassi e porta anche la firma di Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Slovenia, Svezia. Rimangono fuori la Polonia (neutrale in quanto presidenza di turno dell'Ue), Bulgaria, Croazia, Italia, Romania, Slovacchia, Grecia, Malta e Cipro. “Siamo profondamente allarmati da questi sviluppi, che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani, come stabilito dall’art. 2 del Trattato sull’Unione europea”, si legge nella dichiarazione.
"Con il pretesto della protezione dell'infanzia, queste modifiche legislative prevedono l'imposizione di multe ai partecipanti e agli organizzatori di eventi, come le celebrazioni annuali del pride. Le modifiche permettono anche l'uso di software di riconoscimento facciale in tali eventi e il divieto di tali eventi. Siamo preoccupati per le implicazioni di queste misure sulla libertà di espressione, il diritto di riunione pacifica e il diritto alla privacy", affermano gli Stati.
"Siamo fortemente allarmati da questi sviluppi che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell'uguaglianza e del rispetto dei diritti umani, come stabilito dall'art. 2 del Trattato sull'Unione europea. Rispettare e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali di tutte le persone, comprese le persone Lgbtiq+, è parte integrante dell'appartenenza alla famiglia europea. Questa è la nostra responsabilità e l'impegno condiviso degli Stati membri e delle istituzioni europee", aggiungono.
"Chiediamo pertanto all'Ungheria di rivedere queste misure, per garantire che i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i suoi cittadini siano rispettati e tutelati, adempiendo cosi' ai suoi obblighi internazionali. Condividiamo la preoccupazione espressa dalla Commissione europea a riguardo e invitiamo la Commissione a fare pieno uso degli strumenti sullo Stato di diritto a sua disposizione, nel caso in cui queste misure non vengano opportunamente riviste", conclude la dichiarazione.