Il regolamento entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, ossia giovedì 29 maggio.
Il Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera finale al Security Action For Europe (SAFE), il programma di prestiti per la difesa dell’Unione europea parte del piano ReArm Europe Plan/Readiness 2030 volto a finanziare accordi di approvvigionamento congiunto. Per l'approvazione del programma, la Commissione europea ha fatto ricorso all’uso dell’art. 122 del Trattato Ue - normalmente utilizzata in casi di emergenza - che consente all’esecutivo di far passare qualsiasi proposta, riducendo al minimo il tempo di negoziazione del Parlamento.
Il fondo sarà utilizzato per finanziare progetti su larga scala nell’industria europea della difesa, con l’obiettivo di aumentare la capacità produttiva, colmare le lacune critiche esistenti e garantire che le forniture militari siano disponibili quando necessario. Gli Stati membri interessati potranno accedere a prestiti a lunga scadenza e a tassi competitivi, sulla base di piani nazionali da sottoporre entro sei mesi all’esecutivo Ue. Per incentivare la cooperazione, SAFE prevede che i progetti debbano essere condotti, in linea di principio, da almeno due Paesi. Tuttavia, in via transitoria e in risposta all’urgenza geopolitica attuale, saranno ammissibili anche progetti nazionali.
Secondo il testo definitivo del programma SAFE, i Paesi avranno 6 mesi di tempo per elaborare proposte congiunte di appalti, individuare partner dell’industria della difesa e richiedere prestiti alla Commissione europea. Il commissario alla Difesa Andrius Kubilius ha dichiarato la scorsa settimana che le richieste definitive dovranno essere presentate a novembre. Anche i Paesi terzi che intendono aderire al programma SAFE e prendere parte a progetti congiunti dovranno probabilmente finalizzare un accordo bilaterale con Bruxelles durante tale periodo.
L’approvazione del programma non è tuttavia avvenuta senza polemiche. Il Parlamento europeo è stato completamente escluso dal processo decisionale, dopo che la Commissione ha attivato una clausola d’emergenza per bypassare l’iter legislativo ordinario. Ad aprile, la presidente del Parlamento Roberta Metsola aveva minacciato un ricorso alla Corte europea di giustizia, sostenuta da un parere legale approvato all’unanimità e da una risoluzione parlamentare di condanna.
Lo strumento entrerà ufficialmente in vigore il 29 maggio 2025, il giorno successivo alla pubblicazione del regolamento nella gazzetta ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri potranno quindi avviare la presentazione dei piani nazionali per accedere ai fondi. Per quanto riguarda il Parlamento Ue, questo avrà invece 2 mesi di tempo per presentare un ricorso alla Corte europea di giustizia.