Si stima che l'import scenderà al 13% per quest'anno. Attesa per il 6 maggio la roadmap Ue.
L’Unione europea “ha ridotto le sue importazioni di gas russo da oltre il 45% nel 2021 al 19% nel 2024, sostituendolo con alternative come il GNL o gas proveniente dalla Norvegia. Con la fine del transito del gas russo attraverso l’Ucraina, all’inizio del 2025, la quota potrebbe scendere al 13% quest’anno” anche se. "i combustibili russi, in particolare il gas, rimangono nel mix energetico dell’Ue”. E’ quanto si legge nella risposta del commissario europeo per l’Energia, Dan Jorgensen, a una interrogazione scritta dell’europarlamentare del Gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr), Adam Bielan.
"Abbiamo tagliato i finanziamenti per l’economia di guerra russa e rafforzato la nostra sicurezza energetica. Ma c’è ancora molto da fare”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al vertice internazionale sulla sicurezza energetica a Londra, a cui ha partecipato insieme al direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), Fatih Birol, e al premier britannico Keir Starmer.
Il messaggio di von der Leyen giunge a meno di 2 settimane dalla presentazione - prevista il 6 maggio - della nuova tabella di marcia Ue per l’eliminazione completa delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. Un obiettivo ambizioso, contenuta nel Programma di lavoro della Commissione per il 2025, che punta a “non dipendere più da una potenza ostile per il nostro fabbisogno energetico”.
Nel suo intervento, la leader dell’esecutivo europeo ha tracciato anche la rotta per il futuro: più rinnovabili, più infrastrutture, più autonomia strategica. “Le rinnovabili rappresentano oggi il 47% del nostro mix elettrico", ha ricordato von der Leyen, citando il nuovo Affordable Energy Action Plan per completare interconnessioni e reti e portare energia pulita in tutta Europa. Fondamentale sarà anche il ruolo della cooperazione internazionale, con progetti come il collegamento elettrico Elmed tra Italia e Tunisia o quello tra Grecia ed Egitto, e il rafforzamento della difesa delle infrastrutture critiche, anche in collaborazione con la Nato.