25/03/2025 - L'Unione europea seleziona 47 progetti strategici per le materie prime critiche.

Nell'elenco anche 4 progetti italiani su attività di riciclaggio. Nel 2026 previsto il lancio di un centro comune d'acquisto sulle materie prime.
 
La Commissione europea ha adottato un elenco di 47 progetti strategici di 13 Stati membri, Italia inclusa, per potenziare le capacità nazionali sulle materie prime strategiche, rafforzando la filiera dell'Unione europea e diversificando le fonti di approvvigionamento. L'iniziativa rappresenta un'importante pietra miliare nell'attuazione del Critical Raw Material Act, afferma l'esecutivo comunitario in una nota, per garantire che l'estrazione, la lavorazione e il riciclaggio europei di materie prime strategiche soddisfino rispettivamente il 10%, il 40% e il 25% della domanda dell'Ue entro il 2030.
 
Gli altri 12 Paesi, oltre all'Italia, nei quali sono distribuiti i progetti strategici selezionati sono Belgio, Francia, Germania, Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania. Coprono uno o più segmenti della filiera delle materie prime, con 25 progetti che comprendono attività di estrazione, 24 di lavorazione, 10 di riciclaggio e 2 di sostituzione delle materie prime. I progetti coprono 14 delle 17 materie prime strategiche elencate nel Critical Raw Materials Act e riguardano litio (22 progetti), nichel (12), cobalto (10), manganese (7) e grafite (11).
 
I progetti andranno a beneficio in particolar modo della filiera delle materie prime per batterie dell'Ue, spiega l'esecutivo comunitario, e garantiranno che l'Ue possa soddisfare pienamente i suoi parametri di riferimento per l'estrazione, la lavorazione e il riciclaggio del 2030 per litio e cobalto, realizzando al contempo progressi sostanziali per grafite, nichel e manganese. Inoltre, altri progetti strategici che coinvolgono il magnesio (1 progetto) e il tungsteno (3 progetti) contribuiranno alla resilienza dell'industria della difesa dell'Ue, che fa affidamento sull'uso di questi materiali. Sono stati selezionati in quanto contribuiscono alla fornitura sicura di materie prime strategiche dell'Ue, aderiscono a criteri ambientali, sociali e di governance e sono tecnicamente fattibili.
 
Per diventare operativi, i 47 progetti strategici prevedono un investimento di capitale complessivo previsto di 22,5 miliardi di euro. Potranno beneficiare del supporto coordinato della Commissione Ue, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie per diventare operativi, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e il supporto per entrare in contatto con gli acquirenti interessati. Beneficeranno inoltre di disposizioni semplificate in materia di autorizzazioni, per garantire la prevedibilità per i promotori dei progetti, salvaguardando al contempo gli standard ambientali, sociali e di governance. In linea con il Critical Raw Material Act, il processo di concessione delle autorizzazioni non supererà i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per gli altri progetti.
 
Il vicepresidente esecutivo Ue della Commissione europea con delega all’Industria, Stéphane Séjourné, ha inoltre annunciato che entro la fine del 2026 Bruxelles lancerà un centro comune d’acquisto sulle materie prime, per poter fare acquisti congiunti e a 27 “un po’ sul modello che abbiamo usato per i vaccini ai tempi del Covid”. Secondo Séjourné, sulle materie prime critiche “bisogna riconoscere che l’Europa è in vantaggio rispetto a Cina e Stati Uniti”, perché si è già dotata di una base legale ed una strategia, ed è quindi ora in grado di cambiare marcia. Anche grazie alla rete di accordi bilaterali sulle materie prime critiche con partner in tutto il mondo.