24/03/2025 - Kallas chiede a Israele di "riprendere i negoziati e ripristinare il cessate il fuoco".

L'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri in viaggio in Egitto, Israele e nei territori occupati Palestinesi: "negoziati unica via per la pace".
 
L’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Unione europea, Kaja Kallas, ha lanciato un nuovo appello per il ripristino del cessate il fuoco tra Israele e Hamas durante la sua visita nello Stato di Israele. Intervenuta in una conferenza stampa a Gerusalemme insieme al ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, Kallas, ha affermato che la sua visita nella regione avviene in un momento difficile a seguito del crollo del cessate il fuoco a Gaza. La responsabile della diplomazia europea, impegnata in un tour che copre Israele, Egitto e territori Palestinesi, ha sottolineato che la ripresa del cessate il fuoco come “l’unica via praticabile per porre fine alle sofferenze da tutte le parti”.
 
“Siamo testimoni di una escalation pericolosa” che “crea una insostenibile incertezza per gli ostaggi e le loro famiglie e, allo stesso tempo, genera orrore e morte tra i palestinesi”, ha affermato Kallas, osservando che “Israele ha il diritto di difendersi contro gli attacchi terroristici ma le azioni militari devono essere proporzionate, gli attacchi israeliani in Siria e in Libano rischiano di provocare un’ulteriore escalation”.
Israele stima che a Gaza siano ancora trattenuti 59 ostaggi, di cui almeno 24 vivi, che avrebbero dovuto essere rilasciati in base all’accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso gennaio, ma infranto la scorsa settimana dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lanciando attacchi aerei e nuove operazioni di terra nell’enclave palestinese.
 
"La guerra può finire domani", ha replicato Sa'ar, se vengono soddisfatti i prerequisiti fondamentali, tra cui il "rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas, la smilitarizzazione di Gaza e il ritiro delle forze armate di Hamas e della Jihad islamica". "Saremmo felici e saremo felici di raggiungere i nostri obiettivi con mezzi diplomatici. Ma se questo non è possibile, non abbiamo altra scelta che continuare i nostri sforzi militari", ha aggiunto Sa'ar.