20/03/2025 - Lagarde: dazi Usa al 25% ridurrebbero del 0,3% la crescita in Eurozona.

La presidente della Bce è intervenuta davanti alla commissione ECON del Parlamento europeo.
 
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha avvertito che una guerra commerciale su vasta scala con gli Stati Uniti potrebbe danneggiare in modo significativo l’economia della zona euro e potenzialmente portare a un’impennata dell’inflazione. Rispondendo alle domande degli eurodeputati della commissione ECON, Lagarde ha sottolineato che l’aumento dell’integrazione europea è la soluzione a questa sfida.
 
Lagarde ha fatto un quadro delle conseguenze dei dazi del 25% sui prodotti Ue imposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, affermando che potrebbero ridurre la crescita della zona euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. In questo contesto, per Lagarde, le misure di ritorsione dell’Ue potrebbero potenzialmente aumentare questo impatto a circa mezzo punto percentuale, mentre l’inflazione potrebbe aumentare di 0,5 punti percentuali.
 
“Nell’attuale contesto turbolento, solo un’Europa unita è un’Europa più forte”, ha affermato Lagarde. “Questo interesse comune è la prosperità delle persone nell’Ue. Per ottenerlo, dobbiamo continuare a sostenere il libero scambio e dobbiamo rafforzare la nostra unione”. La presidente della Bce ha ribadito la necessità di rafforzare il Mercato unico europeo, in quanto può contenere l’impatto della frammentazione del commercio globale. “Continuiamo a rafforzare questo prezioso strumento e forgiamo il nostro destino nell’interesse di tutti gli europei”, ha affermato ancora Lagarde.
 
Nel suo Bollettino economico trimestrale pubblicato oggi (giovedì 20 marzo), la Bce avverte che i “livelli persistentemente elevati di incertezza sul piano geopolitico e delle politiche economiche e commerciali dovrebbero incidere negativamente sull’economia dell’area dell’euro, in particolare su investimenti ed esportazioni, rallentandone la prevista ripresa dopo una crescita lievemente inferiore alle attese alla fine del 2024″. Secondo Francoforte, vi è inoltre “forte incertezza sulle politiche sia interne sia commerciali”. Per la Bce, nonostante lo scenario attuale includa “unicamente l’impatto dei nuovi dazi sugli scambi tra gli Stati Uniti e la Cina”, si può ipotizzare che gli effetti negativi dell’incertezza in merito alla possibilità di ulteriori variazioni delle politiche commerciali a livello mondiale, specialmente nei confronti dell’Unione europea, “pesino sulle esportazioni e sugli investimenti dell’area dell’euro”.
 
Anche sulla base di questo, “si prevede che, complessivamente, il tasso di incremento medio annuo del Pil in termini reali sia pari allo 0,9% nel 2025, per poi salire all’1,2% nel 2026 e all’1,3% nel 2027”. Proiezioni riviste al ribasso di 0,2 punti percentuali sia per il 2025 sia per il 2026, e rimaste invariate per il 2027.  Stime peraltro “soggette a notevole incertezza, anche a causa dell’ambiente di politica commerciale”.