Von der Leyen e Costa non escludono nuova flessibilità per gli Stati membri. Maggior e diverso ruolo per Bei ed Eda.
Piu' flessibilità nelle regole comuni di bilancio per le spese dedicate alla difesa. Il vertice informale dei 27 leader dedicato alla difesa comune ha prodotto un risultato politico non da poco: un allargamento dei vincoli del Patto di stabilità. Per il resto, i capi di Stato e di governo hanno rinnovato l’invito a esplorare “opzioni comuni e strumenti innovativi” per “fare di più, più rapidamente, meglio, e insieme” in materia di difesa, spiega Costa senza entrare troppo nel merito. In questo lavorio comunque rientrano sicuramente un maggior ricorso alla Banca europea per gli investimenti (Bei), e rimodulare anche il funzionamento dell’Agenzia europea per la difesa (Eda).
"Useremo l'intera gamma di flessibilità che abbiamo nel nuovo Patto di stabilità e crescita, sono state introdotte flessibilità che ci consentono di fare ulteriori passi in avanti", ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Balazs Ujvari in un incontro con la stampa, a chi chiedeva se per aumentare le spese nella difesa si possa pensare a una modifica del nuovo Patto. "Ora dobbiamo vedere come queste flessibilità saranno effettivamente applicate, rimane una possibilità teorica di attivare la clausola di salvaguardia", ha aggiunto il portavoce.
Il vertice non si è concluso con l'adozione di un testo di conclusioni non vincolante, ma ha comunque indicato la strada da intraprendere. "Per tempi eccezionali è possibile valutare misure eccezionali nell'ambito del Patto", ha ribadito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in riferimento agli obiettivi dell'Ue per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. La Commissione europea potrebbe quindi venire incontro agli Stati, come l'Italia, che chiedono che le spese militari, in parte o del tutto, non siano incluse nel calcolo per stabilire il livello del deficit annuale.