Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme è intervenuto in audizione davanti alla commissione REGI del Parlamento europeo.
"Per migliorare l'impatto della politica di Coesione abbiamo bisogno di un modello di attuazione basato sui risultati, una buona governance e istituzioni forti: dovrà essere flessibile per affrontare le sfide emergenti, garantendo al contempo uno sviluppo regionale equilibrato a lungo termine". Lo ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue per la Coesione, Raffaele Fitto, in audizione in commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo, parlando delle nuova Coesione post 2027, in audizione avvenuta in commissione per lo Sviluppo regionale del Parlamento europeo (REGI).
Fitto ha sottolineato l’importanza di ripensare l’attuazione della politica di coesione affinché sia più efficace e coerente con le priorità dell’Unione europea. “Per migliorare l’impatto della politica di Coesione abbiamo bisogno di un modello di attuazione basato sui risultati, una buona governance e istituzioni forti: dovrà essere flessibile per affrontare le sfide emergenti, garantendo al contempo uno sviluppo regionale equilibrato a lungo termine”. Un cambio di paradigma che punta sulla capacità di adattamento e su una gestione più snella e orientata all’efficacia degli interventi. Anche in base alle discussioni emerse in Parlamento è chiaro che il futuro della politica di coesione dovrà trovare un equilibrio tra continuità e riforma, assicurando un miglior coordinamento tra fondi e strumenti di finanziamento.
Un altro punto indicato da Fitto riguarda la necessità di ridurre la complessità burocratica, considerata un ostacolo all’efficienza del sistema attuale. “La riduzione dei costi amministrativi è una priorità, la complessità non è solo un costo ma può diventare anche un deterrente, ed è per questo che la semplificazione è essenziale per rendere il sostegno più accessibile.” La Commissione europea punta dunque a una gestione più agile e a una maggiore accessibilità ai fondi, con procedure meno onerose per i beneficiari.
Fitto ha ribadito che la riforma della coesione non significa una centralizzazione delle decisioni, bensì un rafforzamento del ruolo delle amministrazioni locali. “La prossima politica di coesione dovrà conservare i principi di partenariato e della governance multilivello, garantendo il coinvolgimento attivo delle autorità locali e regionali”. Ha inoltre chiarito che “da parte della Commissione europea non c’è alcuna proposta di centralizzazione dei fondi di coesione, ma deve esserci un lavoro con gli Stati membri per adeguare la politica alle nuove esigenze”. Le autonomie locali resteranno quindi pilastri fondamentali per l’attuazione della politica di coesione, con l’obiettivo di garantire un’allocazione delle risorse più efficace e mirata.
Un altro tema centrale riguarda la qualità della spesa delle risorse disponibili. Fitto ha evidenziato che non basta garantire l’accesso ai fondi, ma è fondamentale monitorare come vengono utilizzati per massimizzarne l’impatto: “Dobbiamo assicurarci che le risorse producano effetti reali nei diversi territori, adattandoci alle esigenze specifiche di ciascuna area”. Fitto ha concluso ribadendo che “non dobbiamo commettere l’errore di continuare a lavorare con l’idea che la questione è intoccabile. Dobbiamo essere capaci di costruire degli elementi di cambiamento di questa politica che la possano rafforzare e che possano dare la prospettiva per un futuro del quale abbiamo bisogno”.