Il vicepresidente della Banca centrale europea ammette che i rischi per la tenuta economica sono cambiati.
Articolo tratto da eunews.it
"Il processo di disinflazione è sulla buona strada", ma solo all’apparenza questa è una buona notizia. Perché, spiega il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, per un nodo che si scioglie di nuovi se ne formano. “L’equilibrio dei rischi macroeconomici si è spostato dalle preoccupazioni per l’elevata inflazione alle preoccupazioni per la bassa crescita“, avverte da Madrid, in occasione della 15a edizione dello Spain Investors Day.
“Le prospettive sono offuscate da un’incertezza ancora maggiore, causata da potenziali attriti commerciali globali, frammentazione macroeconomica, tensioni geopolitiche e preoccupazioni sulla politica di bilancio nell’area dell’euro”. Il vicepresidente della Bce condivide col pubblico i dati a disposizione dell’Eurotower, tutt’altro che incoraggianti. “Le ultime informazioni suggeriscono che l’economia sta perdendo slancio“, riconosce De Guindos.
Nello specifico al momento risulta che la produzione manifatturiera è ancora in contrazione e la crescita nei servizi sta rallentando, per via di prezzi dell’energia ancora elevati. A tal proposito non va dimenticato come la Bce inizia a guardare con rinnovata preoccupazione l’andamento del costo del gas. Ancora, le aziende stanno frenando gli investimenti e le esportazioni rimangono deboli, con alcune industrie europee che lottano per rimanere competitive.
Guardando al futuro, si prevede che la crescita sarà appena superiore all’1% nel 2025 e salirà leggermente a livelli modesti nel 2026 e nel 2027". A patto che le tensioni commerciali non aumentino, precisa De Guindos. Una performance non delle migliori, che potrebbe anche essere ridotta e convertirsi in bassa crescita.
Le tensioni commerciali con la Cina, quelle possibili con gli Stati Uniti, il conflitto russo-ucraino, l’instabilità del Medio Oriente, e poi ancora le leggi di bilancio di Austria, Belgio e Spagna ancora da presentare a Bruxelles, rendendo inoltre più complicato il coordinamento delle politiche di spesa: questi i fattori al ribasso, spiega De Guindos. Che avverte: “Questo contesto di altissima incertezza potrebbe intaccare la fiducia e frenare la ripresa dei consumi e degli investimenti“.