Le parole della vicepresidente della Commissione Ue: "Stiamo discutendo di come accompagnare l'industria, ma le tempistiche non saranno toccate".
Nessuna marcia indietro della Commissione Ue sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035. "Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione", ha chiosato la vicepresidente con delega alla Transizione equa, pulita e competitiva, Teresa Ribera, a margine della sua visita alla ArcelorMittal di Gand, in Belgio. "La questione sul tavolo", è come "accompagnare l'industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni", mantenendo "stabilità" sulle tempistiche.
La crisi dell’automotive è senz’altro uno dei dossier più scottanti sul tavolo del nuovo esecutivo comunitario. Il regolamento sulle emissioni di CO2, approvato nel 2022 nell’ambito del Green Deal, ha introdotto lo stop alla produzione di nuove vetture a benzina e diesel a partire dal 2035. La transizione dai motori a combustione ai veicoli a batterie si sta rivelando però più complicata del previsto, con le vendite di auto elettriche che stentano a decollare.
Al Consiglio Competitività del 28 novembre, il governo italiano ha presentato un non-paper che chiede la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 delle automobili. Il documento, presentato insieme alla Repubblica Ceca, è stato accolto con favore da altri 5 Paesi Ue: Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia. I 7 governi chiedono di anticipare dal 2026 al 2025 la revisione delle regole europee e di aprire il regolamento a un mix più ampio di tecnologie: non solo l’elettrico ma anche i biocarburanti. Secondo alcune indiscrezioni, queste proposte avrebbero ricevuto l’appoggio anche dei Ppe, la famiglia politica a cui appartiene la stessa presidente della Commissione Ue von der Leyen.