Stallo sulle nomine di Fitto e Ribera come vicepresidenti esecutivi della nuova Commissione.
Fumata nera dall’incontro avvenuto a Bruxelles tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e i capigruppo di Partito popolare europeo (Ppe), Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&D) e Renew Europe sulle nomine dei commissari europei; i colloqui che si sono tenuti in mattinata presso il palazzo Berlaymont non hanno portato ad alcun accordo. La prima settimana di udienze di conferma ha rivelato un tono nettamente diverso rispetto a 5 anni fa, con un processo di audizioni più debole e un po’ noioso, che riflette il desiderio di far funzionare la Commissione il più rapidamente possibile.
A fronte delle pressioni di von der Leyen per far approvare rapidamente la nuova Commissione Ue, le divergenze tra i vari gruppi parlamentari hanno di fatto portato a uno stallo con le votazioni dei 6 vicepresidenti esecutivi designati di fatto congelate. Nello scontro rientra anche la vicepresidenza esecutiva per la Coesione e le Riforme affidata da von der Leyen, al ministro per gli Affari europei italiano, Raffaele Fitto, che vede contrari S&D e Renew. In una nota, il gruppo S&D ha affermato che “a causa del comportamento irresponsabile del leader del loro gruppo, Manfred Weber, il Ppe ha rotto lo storico accordo democratico e filoeuropeo tra i gruppi conservatori, socialdemocratici e liberali di questa Camera”. S&D ha poi ricordato che nel luglio 2024 il gruppo aveva Ursula von der Leyen sulla base di “una maggioranza democratica e filoeuropea”.
“Negli ultimi giorni abbiamo visto che la leadership del Ppe è disposta a mettere a repentaglio la stabilità delle istituzioni europee in un clima geopolitico difficile”. Secondo S&D, la leadership dei popolari “ha infranto l’accordo politico delle forze democratiche pro-europee nel Parlamento europeo per il bene di un programma distruttivo del Partido Popular spagnolo che attacca la vicepresidente esecutiva designata Teresa Ribera”.
Il gruppo dei socialdemocratici ha osservato che “il Ppe dovrà spiegare ai cittadini europei perché ha rotto la storica maggioranza filoeuropea e se vuole davvero schierarsi con i populisti di estrema destra”. Infine, il comunicato di S&D afferma: “Il futuro dell’Europa è nelle nostre mani. Siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità e ad agire nell’interesse pro-europeo dei cittadini che hanno riposto la loro fiducia in noi alle elezioni. Spetta al Ppe spiegare la propria posizione".
I tempi per proseguire restano indecisi, anche se fonti parlamentari affermano che un incontro per confermare i vicepresidenti europei potrebbe essere posticipato alla prossima settimana; infatti il Parlamento Ue ha dato il via a una sessione plenaria di 2 giorni a Bruxelles. Affinché la nuova Commissione possa entrare in carica all’inizio di dicembre, l'Europarlamento dovrà votare l’intera lista dei candidati durante la prossima sessione di Strasburgo, nella settimana del 25 novembre. Rinviare il processo potrebbe quindi posticipare l’entrata in carica della nuova Commissione al nuovo anno.