Ora l'Europa si prepara ad un’altra amministrazione protezionista a Washington, e dovrò fare di piu' per la spesa dedicata alla difesa comune.
La vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti sta mettendo in allarme la sponda europea della Nato su questioni di sicurezza globale. I temi più scottanti sono senza dubbio il futuro della guerra in Ucraina e dell'Alleanza atlantica. L’uscita di Washington dall’Alleanza appare ad oggi remota, ma è verosimile che nei prossimi 4 anni l’Europa dovrà ripensare in maniera strutturale la propria sicurezza, nel caso in cui Trump non voglia garantirla.
"Dobbiamo affrontare un numero crescente di sfide a livello globale, da una Russia più aggressiva, al terrorismo, alla competizione strategica con la Cina, nonché al crescente allineamento di Cina, Russia, Corea del Nord e Iran". Questa l'analisi post-elezioni del Segretario generale della Nato, Mark Rutte, che ha anche detto che Trump sarà accolto da un'Alleanza "più forte, più grande e più unita" e ha sottolineato un aumento della spesa per la difesa e della produzione tra i suoi membri. Trump ha più volte criticato la Nato e si è lamentato del fatto che gli Stati Uniti contribuiscano troppo al suo bilancio mentre i membri dell'Ue spendono troppo poco per la difesa. Durante la sua campagna elettorale ha ammesso che gli Stati Uniti avrebbero difeso i membri della Nato da un futuro attacco della Russia solo se avessero rispettato i loro obblighi di spesa per la difesa.
Gli Stati Uniti sono di gran lunga il maggior finanziatore della Nato. Spenderanno circa 968 miliardi di dollari (900 miliardi di euro) per la difesa nel 2024, secondo le ultime stime dell'Alleanza. Tuttavia il Paese sta affrontando una crisi del debito pubblico, che sta sollevando domande su come il governo direzionerà la spesa per la difesa, con gli interessi sul debito federale a un livello record e i piani di spesa e fiscali di Trump che potrebbero solo peggiorare questo crescente onere.
I membri europei stanno alzando la posta in gioco con la Germania che quest'anno ha raggiunto l'obiettivo di spesa del 2% del proprio Pil per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, e la Francia che ha fatto altrettanto. Molti Paesi confinanti con l'Ucraina e la Russia hanno aumentato la spesa a causa del conflitto, come Estonia, Finlandia, Romania e Ungheria e in particolare la Polonia, che ha raddoppiato la spesa per la difesa, portandola a oltre il 4% del Pil nell'ultimo decennio. L'Italia è sulla strada per spendere l'1,49% del Pil per la difesa quest'anno, in calo rispetto all'1,5% del 2023, ma la premier Giorgia Meloni ha chiesto ai Paesi europei di ottenere un ruolo maggiore nell'Alleanza per l'Italia.
All'inizio di quest'anno gli alleati della Nato hanno deciso di assumere un ruolo più importante nel coordinamento della fornitura di armi all'Ucraina, sostituendosi agli Stati Uniti per proteggere il processo tra le preoccupazioni di ciò che la seconda presidenza Trump potrebbe significare per lo sforzo. Se a ciò si aggiunge un partito repubblicano e un Trump sempre più nazionalista e protezionista, o per alcuni analisti addirittura isolazionista, crescono i timori su ciò che potrebbe comportare la posizione degli Stati Uniti sulla Nato e sulla sicurezza globale.