Coinvolte piattaforme come Airbnb, che da ora in poi saranno costrette ad applicare l'imposta ai clienti, per poi girarla agli Erari nazionali. Entro il 2030 fatturazione digitale obbligatoria in tempo reale.
Il Consiglio Ue Ecofin ha raggiunto un accordo sulle nuove misure per l'imposta sul valore aggiunto (Iva) nell'era digitale. Ci saranno nuove regole su fatture elettroniche e comunicazione dei dati in tempo reale, nonché sulle attività svolte tramite piattaforme digitali, con l'obiettivo di combattere le frodi fiscali, sostenere le imprese e promuovere la digitalizzazione. Una delle novità riguarderà le piattaforme online sugli alloggi a breve termine come Airbnb e altri, e le piattaforme sul trasporto passeggeri: dovranno pagare l'Iva nella maggior parte dei casi in cui invece ora singoli fornitori di servizi non la addebitano.
L'accordo comprende tre atti, una direttiva, un regolamento e un regolamento di attuazione, che nel complesso apportano modifiche a 3 diversi aspetti del sistema Iva. Le nuove norme renderanno gli obblighi di dichiarazione Iva per le transazioni transfrontaliere completamente digitali entro il 2030; richiederanno alle piattaforme online di pagare l'Iva sui servizi di alloggio di breve durata e di trasporto passeggeri nella maggior parte dei casi in cui i singoli fornitori di servizi non addebitano l'Iva; miglioreranno ed espanderanno gli sportelli unici Iva online in modo che le aziende non debbano effettuare costose registrazioni per l'Iva in ogni stato membro in cui operano. In merito al sistema di dichiarazione digitale in tempo reale ai fini IVA tramite fatture elettroniche, il Consiglio ha concordato che il sistema Ue dovrebbe essere in atto nel 2030 e che tutti i sistemi nazionali esistenti dovrebbero diventare interoperabili con il sistema Ue entro il 2035.
Mihaly Varga, ministro delle Finanze dell’Ungheria e presidente di turno dell’Ecofin, esulta. “Dopo quasi 2 anni di negoziati, il Consiglio ha raggiunto un accordo sul pacchetto Iva“. Un risultato importante che, enfatizza, rappresenta “una pietra miliare per la transizione digitale e di un passo significativo nel miglioramento della competitività dell’Ue”.
Stime della Commissione individuano in perdite complessive per 61 miliardi di euro per la mancata riscossione dell’Iva. Soldi che potrebbero essere impiegati per finanziare il rilancio dell’economia, o mettere in ordine i bilanci statali. E’ convinzione dei ministri Ecofin che con le nuove regole su fatturazione elettronica e sulla rendicontazione dei dati in tempo reale, e su stretta alla libertà assoluta delle piattaforme, il pacchetto Iva contrasterà, riducendole, le frodi fiscali.