Nelle risposte scritte alle domande degli eurodeputati in vista dell'audizione in commissione Regi del prossimo 12 novembre, il vicepresidente designato della Commissione Ue sottolinea la propria "vocazione europeista".
Il ministro per gli Affari europei italiano e vicepresidente esecutivo designato della Commissione Ue, Raffaele Fitto, ha confermato la volontà di lavorare per “realizzare le riforme e gli investimenti concordati nei Pnrr degli Stati membri, entro la scadenza di spesa del 2026”, mostrando nelle risposte alle domande degli eurodeputati un volto moderato ed europeista.
Nelle sue risposte alle domande scritte degli eurodeputati in vista delle audizioni al Parlamento europeo, Fitto afferma di essere “sempre stato un fermo sostenitore del progetto europeo, così come dei principi fondamentali e dei valori dello stato di diritto che lo sostengono”, rivendicando il suo passato da esponente della Democrazia Cristiana, ma non facendo riferimento alla sua presente carriera politica in Fratelli d’Italia, che in Europa fa parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR), su cui pesa il non sostegno alla ricandidatura di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione.
Nella sua lettera Fitto assicura il suo impegno a promuovere l’uguaglianza di genere, il dialogo con i giovani, sottolineando che, se sarà confermato come vicepresidente esecutivo, svolgerà i propri “compiti nell’interesse esclusivo dell’Europa, rispettando pienamente lo spirito e la lettera dei Trattati, in particolare gli obblighi definiti nell’art. 17, paragrafo 3, del Trattato sull’Unione Europea (TUE)”, perché “l’indipendenza ha sempre caratterizzato la mia azione personale e politica e, come membro della Commissione, non cercherò né prenderò istruzioni da nessuno Stato membro, nessun’altra istituzione o organismo”.
Andando sui 2 temi di particolare interesse sia per l’Europa che per l’Italia, ovvero la gestione del Recovery and Resilience Facility (RFF), nella lettera il vicepresidente della Commissione Ue designato non fa alcun accenno alla possibilità di estendere la scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza oltre il 2026, promettendo di tagliare i fondi ai Paesi che non rispetteranno quella data di scadenza.
“Con l’avvicinarsi della scadenza finale del 2026, la Commissione valuterà costantemente se gli Stati membri rispetteranno i propri impegni e se sia probabile che le ultime tappe e gli obiettivi siano raggiunti entro quella data”, afferma Fitto nelle risposte agli eurodeputati. “In caso contrario, in base all’attuale quadro legislativo, mi impegnerò con gli Stati membri interessati su come modificare i loro piani e garantire che i fondi siano concentrati su investimenti alternativi altrettanto ambiziosi che possano essere completati entro la durata dello strumento”, aggiunge il ministro per gli Affari europei che però rilancia: “Se, nonostante questi sforzi, alcune delle ultime tappe o obiettivi saranno ancora considerate non soddisfatte in modo soddisfacente, il corrispondente esborso non verrà effettuato”.
Nelle risposte relative al suo portafoglio di responsabile delle Riforme e della Coesione, Fitto sottolinea la grande importanza di quelle che rappresentano “un motore chiave delle riforme e degli investimenti dell’UE”. “Vedo questo come un’opportunità per modernizzare e rafforzare il suo ruolo nel ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali, favorire la convergenza verso l’alto, migliorare la produttività, l’innovazione e la competitività e sostenere le autorità regionali e locali. Mi impegno a garantire che la politica di coesione sia allineata con le più ampie priorità dell’Ue, diventi più semplice e mirata, e continui a fornire benefici tangibili ai nostri cittadini e alle nostre imprese”, afferma Fitto.