Tra politica di coesione e meccanismo per la ripresa esiste la seria possibilità di sprechi ed errori per il bilancio europeo.
Coesione e Meccanismo per la ripresa NextGenerationEU con il suo Recovery Fund: complice meccanismo di controllo “non sufficienti” e “numerosi livelli di governance” coinvolti che rendono “molto difficoltosi” il coordinamento e la sorveglianza, si rischia di finanziare 2 volte lo stesso progetto con fondi Ue diversi. Lo afferma la Corte dei conti europea in un nuovo report sull'utilizzo delle risorse Ue.
La verifica dei revisori dei conti sancisce innanzitutto che l’Italia, assieme a Francia e Repubblica ceca, ha evitato di combinare il Recovery Fund con altri programmi dell’Ue, e “questo approccio contribuisce a mitigare il rischio di doppio finanziamento“. Un esempio è la tratta Bicocca-Catenanuova della linea ferroviaria ad alta velocità Palermo-Catania. Inclusa nel Piano nazionale per la ripresa (Pnrr) e quindi eligibile di fondi da Recovery, la stessa tratta era inclusa anche nei progetti di sviluppo regionale nell’ambito delle politiche di coesione, e investita già dal fondo Fesr per lo sviluppo rurale. Alla fine la tratta ferroviaria è stata eliminata dal Pnr rivisto nel dicembre 2023. “Lo stesso approccio è stato seguito per altre tratte ferroviarie”, rilevano i revisori di Lussemburgo.
Il rapporto della Corte dei Conti Ue segnala però sull'Italia "il coordinamento difficile tra i programmi del Pnrr e quelli regionali": mentre nel caso dei Programmi operativi nazionali lo stesso organismo può fungere sia da autorità di gestione che da unità di missione del Pnrr, come il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, nel caso dei Programmi operativi regionali, invece, non esiste generalmente una cooperazione diretta tra le autorità di gestione e le unità di missione centrali del Pnrr". L'Italia torna come esempio positivo nel fatto che "controlli incrociati sul doppio finanziamento hanno individuato registrazioni errate e altri finanziamenti dell'Ue".
I sistemi informatici centralizzati hanno certamente aiutato a evitare episodi di doppio finanziamento e i nostro Paese si è dotato di ReGis, software che copre i progetti sostenuti tramite Recovery Fund e consente collegamenti con strumenti e 53 banche dati contenenti informazioni sui progetti di coesione del periodo 2014-2020. Grazie a ReGis l’Italia ha saputo condurre controlli incrociati e individuare registrazioni errate e altri finanziamenti dell’Ue, limitando l’impatto negativo e venendo citata come Stato membro che ha lavorato bene, per il bene dell’Ue e dei suoi cittadini. Perché, rileva Annemie Turtelboom, membro della Corte responsabile della relazione, “il doppio finanziamento costituisce un uso improprio dei fondi dell’Ue e uno spreco del denaro dei contribuenti dell’Ue“.