01/10/2024 - Nato, è iniziata l'era Rutte.

Suppoerto all'Ucraina e maggiori investimenti nella difesa comune sono gli obiettivi del neo Segretario generale dell'Alleanza atlantica.
 
Passaggio di consegne ufficiale tra il Segretario generale uscente della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg, e l’ex primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, che d’ora in avanti lo sostituirà in questo ruolo. La nomina di Rutte era già stata annunciata a giugno da Stoltenberg, ed era stata favorita dal fondamentale sostegno dei governi di Ungheria e Slovacchia, un passaggio non scontato, perché entrambi i Paesi sono governati da partiti sovranisti con posizioni filorusse e critiche nei confronti dell' Alleanza atlantica. Rutte, 57 anni, è leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), di orientamento conservatore, ed è stato primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010 al 2024, per 4 mandati consecutivi. E' il 4° olandese a ricoprire la carica di Segretario generale.
 
Rutte raccoglie la pesante eredità di Stoltenberg, che ha retto l’Alleanza in una delle fasi più difficili della sua storia, segnata dall’invasione russa dell’Ucraina. Durante i suoi 10 anni alla guida dell’Alleanza, il politico norvegese ha gestito l’adesione di 4 nuovi Paesi membri: Montenegro (2017), Macedonia del Nord (2020), Finlandia (2023) e Svezia (2024). Nel corso del suo mandato, ha retto alla presidenza Usa di Donald Trump, che ha spinto con molto vigore gli alleati europei ad aumentare le spese militari.
 
Il nuovo corso comincerà nel solco di quanto fatto nel secondo mandato Stoltenberg: le priorità, ha messo in chiaro Rutte, restano l’Ucraina, l’aumento delle spese militari e il rafforzamento delle alleanze nel Mondo. "Il supporto a Kiev resta una priorità per l'Alleanza. Ma anche la difesa e la deterrenza, dobbiamo spendere di più", ha dichiarato Rutte durante la cerimonia per il passaggio di consegne dal quartier generale della Nato a Bruxelles.
Prima di lasciare, Stoltenberg ha rivendicato i propri meriti: “Me ne vado sapendo che abbiamo ottenuto molto insieme”, ha dichiarato. In particolare la Nato conta ora 23 Paesi che hanno raggiunto il target del 2% del Pil in spese per la difesa.