I dati preliminari di Eurostat indicano che per la prima volta dalla crisi pandemica il dato scende sotto l'obiettivo di riferimento del 2%. La Bce non si sbilancia sui tassi.
Secondo una prima stima di Eurostat, l'ufficio statistico dell'Ue, a settembre l'inflazione nell'Eurozona è scesa all'1,8%, rispetto al 2,2% di agosto. I rialzi maggiori si sono registrati nell'energia (-6%, dopo il -3% di agosto) nei servizi (4%), cibo, alcol e tabacco (2,4%), e beni industriali (0,4%). Tra i singoli Paesi, i valori più alti si sono registrati in Belgio (4,5%) ed Estonia (3,2%) e i minori in Irlanda (0,2%) e Lituania (0,4%). Il dato in Italia si è attestato all'0,8%.
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, per ora non si sbilancia. Ha promesso, nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo di lunedì 30 settembre, che alla prossima riunione di ottobre si terrà conto di dati e informazioni a disposizione, e sulla base di questi si deciderà se mantenere una politica restrittiva sui tassi o se, invece, optare per un nuovo taglio, magari di uno 0,25%.
Al momento l’andamento sull’inflazione sta andando meglio delle aspettative e delle previsioni dello staff dell’Eurotower; si riteneva che l’obiettivo di riferimento potesse essere raggiunto a metà 2025, e invece sembra raggiunto prima. Lagarde ha però confessato agli europarlamentari che teme fluttuazioni. “L‘inflazione potrebbe aumentare temporaneamente nel 4° trimestre di quest’anno, poiché i precedenti bruschi cali dei prezzi dell’energia escono dai tassi annuali, ma gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo”.