16/09/2024 - La Bce taglia i tassi di interesse di 25 punti base.

Ik tasso di interesse sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali scende al 3,65% dal 4,25% e quello sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
 
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, con il tasso di deposito che passerà dal 3,75% a 3,50%; quello sui rifinanziamenti principali, per l'aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25%; per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%. La decisione è stata annunciata al termine della riunione del Consiglio direttivo tenutasi giovedì 12 settembre presso la sede centrale di Francoforte. Nella conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo, la presidente della Bce Christine Lagarde ha affermato che i dati recenti hanno confermato “la nostra fiducia nel fatto che ci stiamo dirigendo verso il nostro obiettivo in modo tempestivo”.
 
La Bce ha tagliato i tassi una prima volta a giugno, lasciandogli invariati a luglio prima di andare in pausa estiva ad agosto. Il consiglio di definizione dei tassi guidato dalla presidente Christine Lagarde deve destreggiarsi tra una prospettiva deludente per la crescita, principale preoccupazione che giustifica il sostegno dei tagli, e tra la necessità di assicurarsi che l’inflazione raggiunga l’obiettivo del 2% che vi rimanga nel tempo, scenario che imporrebbe il mantenimento di alti tassi per un periodo prolungato. 
 
L’inflazione nei 20 Paesi che utilizzano l’euro è scesa al 2,2% ad agosto con la Bce che prevede un’inflazione complessiva in media del 2,5% nel 2024. del 2,2 nel 2025 e dell’1,9% nel 2026, in netto calo rispetto al picco del 10,6% di ottobre 2022. Secondo la Bce, l’inflazione dovrebbe aumentare nuovamente nell’ultima parte di quest’anno, per poi scendere verso l’obiettivo del 2% nella seconda del 2025. 
In base alle previsioni della Bce l’economia crescerà dello 0,8% nel 2024, salendo all’1,3% nel 2025 e all’1,5% nel 2026. Si tratta di una leggera revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno, principalmente dovuta a un contributo più debole della domanda interna nei prossimi trimestri.
 
Il Consiglio direttivo si è detto “determinato a garantire che l’inflazione ritorni al suo obiettivo di medio termine del 2% in modo tempestivo”, sottolineando che “manterrà i tassi di riferimento sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a raggiungere questo obiettivo”. Il Consiglio direttivo “continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione”. In particolare, “le sue decisioni sui tassi di interesse si baseranno sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”. Nella nota diramata dopo la riunione e come ribadito da Christine Lagarde in conferenza stampa, “il Consiglio direttivo non si sta impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso”.