01/07/2024 - Bruxelles ha ricevuto solo 4 piani aggiornati su clima ed energia.

Alla scadenza del 30 giugno solo Paesi Bassi, Svezia, Finlandia e Danimarca hanno inviato alla Commissione europea i Piani integrati. Italia prima fra i ritardatari.
 
Paesi Bassi, Svezia, Finlandia e Danimarca sono gli unici 4 Paesi Ue che hanno presentato in tempo a Bruxelles i loro Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pniec). L’Italia è arrivata un pò dopo: il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha annunciato oggi (1 luglio) di aver inviato il piano aggiornato alla Commissione europea.
 
Nonostante il ritardo, l’Italia ha annunciato in un comunicato che il Pniec aggiornato - già consultabile sul sito della Commissione europea - “conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando in alcuni casi i target comunitari”. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha rivendicato un “grande pragmatismo”, in opposizione ad “approcci velleitari del passato”. La strategia a lungo termine delineata da Roma parte dall’assunto della neutralità tecnologica, che il governo italiano ha difeso a spada tratta a Bruxelles su diversi dossier. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, l‘Italia punta su “produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti“.
 
La viceministra Vannia Gava ha parlato di “svolta sul nucleare”. Secondo gli scenari sviluppati dal piano, l’Italia punta a produrre l’11% dell’energia elettrica totale richiesta dal nucleare entro il 2050. Da fissione e nel lungo termine anche da fusione, con una “possibile proiezione verso il 22%”. Gli obiettivi di energia da fusione nucleare “cammineranno in sinergia con le rinnovabili e altre forme di produzione a basse emissioni; sì alla sfida energetica ma mettendo in sicurezza il Paese”, ha dichiarato Gava.
Per contribuire alla decarbonizzazione, si lavorerò anche sulla “diffusione di auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio di CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore”. Sulla produzione di energie rinnovabili, l’Italia ha fissato l’asticella a 131 Gigawatt entro il 2030. Nelle stime, si prevede che 79.2 GW deriveranno dal solare, 28.1 dall’eolico, 19.4 dall’idrico, 3.2 dalle bioenergie e 1 Gigawatt da fonte geotermica.
 
Pniec sono stati introdotti dal regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima del 2019 e individuano le linee d'azione con cui i 27 governi intendono centrare gli obiettivi di decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza, mercato interno dell'energia, ricerca, innovazione e competitività. A fine 2023 le capitali hanno presentato a Bruxelles la bozza di piani rivisti, nell'ottica di arrivare a fine giugno a presentare la versione definitiva in linea con i nuovi target energetici fissati dal pacchetto sul clima "Fit for 55". Attraverso un portavoce, l'esecutivo europeo ricorda di aver "lavorato duramente per concordare con il Parlamento europeo e gli Stati membri obiettivi legislativi ambiziosi e basati sulla scienza" per il 2030. Dunque, incalza le "autorità nazionali" a "trasformarli in piani concreti e che producano i benefici della transizione verde per i cittadini e le imprese europee".