I 37 obiettivi della tappa sono stati raggiunti; ora il governo si focalizzerà sulla settima rata, di un valore di 18,2 miliardi di euro.
L’Italia si prepara a chiedere all’Unione europea l’erogazione della sesta rata del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per un importo di 8,5 miliardi di euro. È quanto emerge dalla riunione della cabina di regia del Pnrr svolta lunedì 24 giugni a Palazzo Chigi. I 37 obiettivi richiesti all’Italia per ottenere la sesta rata dei fondi europei sono stati rispettati, secondo quanto ha valutato la cabina di regia del Pnrr. Fanno parte di questo organo il governo, l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), l’Upi (Unione delle provincie d’Italia) e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. L’avanzamento della sesta rata consentirà ora al governo di verificare e rendicontare i 69 traguardi e obiettivi previsti per la settima rata del Pnrr, equivalenti a 18,2 miliardi di euro.
Anche grazie all’ultimo decreto Pnrr convertito in legge l’Italia può chiedere ora l’erogazione della sesta rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra gli obiettivi richiesti per questa scadenza figuravano: investimenti strategici legati alla realizzazione di infrastrutture per il potenziamento del trasporto del gas (Linea Adriatica), la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali dei professionisti del sistema sanitario nazionale, l’avvio delle opere infrastrutturali nell’ambito delle zone economiche speciali (Zes) del Mezzogiorno, il rinnovo della flotta per il comando nazionale dei Vigili del Fuoco e la digitalizzazione dei parchi nazionali.
Soddisfazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha dichiarato: “Per la sesta rata, come accaduto per la quinta l’Italia è il primo Paese a livello europeo a presentare la richiesta di pagamento”. Sulla stessa linea anche il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, che ha aggiunto: “I dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche, che al sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023 confermano che siamo pienamente entrati nella Fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all’Italia di domani”.