Ursula von der Leyen e Roberta Metsola in top per la riconferma come presidente dell'esecutivo Ue e dell'Europarlamento. Costa possibile nuovo presidente del Consiglio Ue.
Il termine top jobs nei corridoi delle istituzioni Ue ormai è una delle più ricorrenti dopo le elezioni europee del 6-9 giugno. Perché dopo la definizione dei rapporti di forza tra i partiti europei secondo l’espressione democratica dei cittadini dell’Unione, ora a Bruxelles la partita si sposta sul tavolo delle trattative per la distribuzione delle cariche ai vertici della Commissione, del Parlamento e del Consiglio Europeo.
La rosa dei nomi si sta dunque definendo in modo abbastanza preciso in questi giorni, in attesa del primo vertice (informale) tra i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue in programma a cena lunedì prossimo (17 giugno). Sarà lì che i leader si confronteranno di persona sui nuovi equilibri post-elettorali e su come tradurli a livello di incarichi ai vertici delle istituzioni Ue. I popolari europei hanno già confermato che, dopo la convincente prova elettorale dei partiti nazionali affiliati al Ppe, si aspettano di ottenere sia la presidenza della Commissione sia quella del primo “turno” di 2 anni e mezzo del Parlamento, in linea di perfetta continuità con la fine della nona legislatura. Questo vale anche per quanto riguarda i nomi, che sono rispettivamente quello della tedesca Ursula von der Leyen e della maltese Roberta Metsola.
Per quanto riguarda la prima, non sembrano al momento esserci alternative credibili per la leadership dell’esecutivo dell’Unione, anche se von der Leyen deve guardarsi dall’incertezza politica che regna in diverse capitali dopo le elezioni europee. Ma la situazione è talmente calma a Bruxelles che l’unico tema controverso in queste ore riguarda la sua partecipazione al vertice informale del 17 giugno.
Per quanto riguarda la presidenza del Parlamento europeo il nome forte è sempre quello di Metsola, che guida l’istituzione Ue dal gennaio 2022. La popolare maltese non ha fatto speculazioni sulla sua conferma all’uscita dalla riunione del gruppo del Ppe all’Eurocamera, anche considerato il fatto che questa carica non sarà formalmente decisa dal Consiglio Europeo ma dai 720 eurodeputati alla sessione plenaria inaugurale della decima legislatura tra il 16 e il 19 luglio.
Intanto il Partito del Socialismo Europeo (Pse) sta puntando tutte le carte sulla prossima presidenza del Consiglio Ue, dopo essersi riconfermato come seconda forza all’Eurocamera. I socialisti europei rimangono il partner imprescindibile per i popolari nella maggioranza centrista al Parlamento Ue e per questo motivo, considerato il parallelo crollo dei liberali, ora puntano a qualcosa di più dell’Alto rappresentante Ue (come negli ultimi 2 mandati). Il chiaro favorito è l’ex-premier portoghese António Costa, che avrebbe già incassato l’appoggio del governo di centro-destra presieduto da Luís Montenegro. Solo i nordici potrebbero avanzare delle rimostranze su questo terreno per provare a spingere la premier danese (socialista) Mette Frederiksen.