Lettera aperta inviata a Bruxelles per chiedere di potere inviare i richiedenti asilo all'estero sul modello avviato dal Regno Unito.
Un gruppo di 15 Stati membri dell'Ue, tra cui l'Italia, ha lanciato un appello congiunto per esternalizzare la politica di migrazione e asilo, sul modello dell'accordo firmato dal governo britannico con il Ruanda per trasferirvi i migranti per le procedure di richiesta di asilo. I Paesi firmatari della missiva indirizzata a Bruxelles, oltre all'Italia, sono: Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca e Romania. Nella lettera aperta, datata 15 maggio, si lamenta un aumento "insostenibile" degli arrivi irregolari e la necessità di trovare una soluzione "fuori dagli schemi".
La dichiarazione di 4 pagine chiederebbe di spostare parzialmente i compiti dalle autorità nazionali a Paesi terzi. "L'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero rafforzare il loro contributo a partenariati paritari" si legge, "cambiando il nostro obiettivo dalla gestione della migrazione irregolare in Europa al sostegno dei rifugiati e delle comunità ospitanti nelle regioni di origine".
"Le attuali sfide relative al sistema di asilo e migrazione dell'Ue, tra cui il forte aumento degli arrivi irregolari, sono insostenibili: la nostra responsabilità e il nostro impegno principali consistono nel sostenere la stabilità e la coesione sociale, evitando di rischiare la polarizzazione delle società europee e la perdita di unità nella famiglia degli Stati membri dell'Ue", scrivono i 15 governi. La lettera incoraggia a creare "partenariati completi, reciprocamente vantaggiosi e duraturi con i principali Paesi partner lungo le rotte migratorie", sul modello delle intese con "la Turchia e la Tunisia" nonché l'accordo "Italia-Albania". "Potrebbero essere esplorati possibili luoghi di sicurezza e meccanismi di transito ispirati ai meccanismi di transito di emergenza esistenti", si legge nella lettera.
I firmatari della lettera chiedono anche di integrare il nuovo Patto europeo con la questione dei rimpatri per i richiedenti asilo a cui viene negata la protezione internazionale, una materia aperta per l'Ue dove il tasso di rimpatrio resta fra il 25-30%. "Questa potrebbe includere, tra l'altro, la garanzia di sistemi di rimpatrio più efficaci negli Stati membri dell'Ue che attuino pienamente le decisioni di rimpatrio", prosegue la lettera. Per quanto riguarda gli hub in Paesi terzi per i rimpatriati, "incoraggiamo la Commissione europea e gli Stati membri a esplorare potenziali modelli all'interno dell'attuale acquis dell'Ue, oltre a considerare l'eventuale necessità di modifiche alla direttiva sui rimpatri".
La Commissione europea ha dichiarato che analizzerà attentamente la lettera, che ha definito "complessa" e "completa", e ha sottolineato che nei prossimi anni si concentrerà sull'attuazione della riforma concordata. L'elevato numero di firmatari, più della metà dei 27 Stati membri, suggerisce che il progetto è pronto a salire in cima all'agenda e fornisce un'indicazione sulla direzione che l'Europa potrebbe prendere dopo le prossime elezioni di giugno.