Registrato "un aumento sensibile sia della quantità che della qualità delle campagne di disinformazione" legate alle politiche dell'Ue e alle sue istituzioni.
La disinformazione cresce "sensibilmente" in Europa in vista delle elezioni europee, con un aumento "sia qualitativo che quantitativo", che punta a creare "confusione e sfiducia nel processo democratico". Lo afferma un alto funzionario europeo che ha conoscenza diretta del dossier. Dietro alla campagna si cela principalmente la Russia. Le tecniche impiegate prevedono sia "interferenze dirette che indirette", con attori impegnati ad "amplificare" frizioni già presenti nel dibattito pubblico, come ad esempio "le proteste degli agricoltori". L'Ue è però in allerta e ha schierato in prima linea a difesa della corretta informazione il Servizio Europeo d’Azione Esterna, ma anche l’Osservatorio sui Media Digitali (Edmo).
"Una cosa va subito precisata", spiega la fonte. "Il fatto che stiamo registrando un aumento nella disinformazione non significa che la legittimità delle elezioni sia a rischio, anzi: la vediamo, la denunciamo, ci interfacciamo con le strutture preposte negli Stati membri, siamo pronti". Fare un paragone con le elezioni del 2019 "è difficile" perché quantificare la disinformazione non è "una scienza esatta", "più la si cerca più la si trova" e, soprattutto, "gli strumenti sono migliorati in questi 5 anni". Questo vale però anche per i disinformatori: le strutture dell'Ue vedono infatti campagne lanciate su "più piattaforme contemporaneamente", "l'uso dell'intelligenza artificiale per produrre contenuti a basso costo o per le traduzioni", la creazione di siti "ad hoc", a volte "copie di testate legittime mainstream".
Le indagini dell'Osservatorio sui Media digitali (Edmo) - rivelano che da gennaio in poi, esiste un trend in continua crescita per quanto riguarda la disinformazione legata alle politiche dell’Ue o alle sue istituzioni. Nel mese di aprile, secondo l’Edmo, è stata pari all’11% del totale della disinformazione rilevata, “il valore più alto per la disinformazione legata all’Ue da quando è iniziato il nostro monitoraggio dedicato nel maggio 2023”.
La Commissione europea ha pertanto alzato al massimo il livello d’allerta, costruendo la propria politica contro la disinformazione su 3 pilastri: oltre all’Edmo, esiste un codice di condotta sulla disinformazione firmato attualmente da 44 attori tra piattaforme online, associazioni di categoria e operatori del settore pubblicitario, e soprattutto da febbraio è entrata in vigore il Digital Service Act, che non si occupa solo delle possibili influenze straniere, ma di tutti i “rischi sistemici”.