14/05/2024 - Il nuovo Patto migrazione e asilo ottiene l'ok definitivo dal Consiglio Ue.

Responsabilità rafforzate per i Paesi di frontiera e detenzione delle persone migranti ai confini, indebolite la protezione dei diritti umani e la solidarietà tra i 27 nella gestione dei flussi.
 
Il Consiglio dell’Unione europea, nella formazione ministeriale dell’Ecofin, ha adottato a maggioranza qualificata il Patto per l’immigrazione e l’asilo, composto da 10 testi legislativi. Come sottolinea l'istituzione Ue in una nota, il nuovo Patto stabilisce una serie di regole che aiuteranno a gestire gli arrivi in ​​modo ordinato, a creare procedure efficienti e uniformi e a garantire un’equa condivisione degli oneri tra gli Stati membri. Gli Stati membri avranno ora 2 anni per mettere in pratica le leggi adottate. Polonia e Ungheria, hanno votato contro l’intero pacchetto legislativo, mentre l’Italia, rappresentata dal ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha invece votato a favore.
 
La Commissione europea, ricorda il Consiglio in una nota, presenterà presto un piano di attuazione comune per fornire assistenza agli Stati membri in questo processo. "Il patto sull'asilo e sulla migrazione garantirà un sistema migratorio più giusto e più forte che faccia una differenza concreta sul campo. Queste nuove regole renderanno il sistema europeo di asilo più efficace e aumenteranno la solidarietà tra gli Stati membri. L'Unione europea continuerà inoltre la sua stretta cooperazione con i paesi terzi per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare. Solo insieme possiamo trovare risposte alla sfida migratoria globale", dichiara Nicole de Moore, sottosegretaria di Stato per l'asilo e la migrazione del Belgio, Paese alla presidenza di turno dell'Ue.
 
Il Patto comprende innanzitutto un regolamento che consentirà alle autorità nazionali di sottoporre i migranti irregolari e i richiedenti asilo a una procedura di “screening” alle frontiere esterne, e garantirà che l’identificazione, i controlli di sicurezza e vulnerabilità e la valutazione sanitaria siano effettuati in modo uniforme in tutta l’Unione. Inoltre, un secondo regolamento, che aggiorna la banca dati “Eurodac”, consentirà di raccogliere dati più accurati e completi (anche dati biometrici) sui migranti irregolari e i richiedenti protezione internazionale che arrivano irregolarmente nell’Ue. L’obiettivo è quello di contribuire a migliorare il controllo della migrazione irregolare e dei “movimenti secondari”, ovvero i movimenti transfrontalieri non autorizzati dei migranti verso altri Stati membri. Un terzo regolamento introdurrà un sistema centralizzato di informazione sulle fedine penali dei migranti.
 
Le nuove regole combinano la solidarietà obbligatoria con la flessibilità per quanto riguarda il tipo di contributi agli Stati membri di primo approdo. Il sistema darebbe ai governi 3 opzioni per gestire i richiedenti asilo: ricollocarne un certo numero, pagare 20.000 euro per ognuno di essi rifiutati, o finanziare il sostegno operativo. L’obiettivo iniziale è quello di avere 30.000 ricollocamenti all’anno.
Il regolamento sulla procedura di frontiera di rimpatrio riguarderà invece il rimpatrio delle persone la cui domanda nell’ambito di questa procedura di frontiera è stata respinta, mentre il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione determina quale Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale e introduce per la prima volta un’equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri.
 Inoltre, il regolamento anticrisi consentirà all’Ue di essere meglio attrezzata per gestire le domande di asilo in circostanze eccezionali. Il regolamento sulle qualifiche e la direttiva sulle condizioni di accoglienza stabiliscono norme uniformi sui criteri per la concessione della protezione internazionale e sugli standard per l’accoglienza dei richiedenti asilo; ciò dovrebbe anche contribuire a ridurre i movimenti secondari tra gli Stati membri. Infine, il regolamento sul reinsediamento si occuperà dei percorsi legali e sicuri verso l’Ue stabilendo norme comuni per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria.
 
Una novità importante della riforma è la procedura di frontiera obbligatoria. Questa procedura si applicherà ad alcune categorie di richiedenti asilo (ad esempio quelli provenienti da paesi con bassi tassi di riconoscimento dell’asilo). Lo scopo della procedura è quello di valutare rapidamente alle frontiere esterne dell’Ue se le domande sono infondate o irricevibili. Le persone sottoposte alla procedura di asilo alla frontiera non saranno tuttavia autorizzate ad entrare nel territorio dell’Ue. Le nuove norme chiariscono quale Stato membro sarà responsabile di una domanda di asilo (ad esempio nei casi in cui una persona ha un familiare in un paese dell’Ue o quando la richiesta di asilo non viene presentata nel paese in cui il richiedente asilo arriva per la prima volta nell’Ue).