07/05/2024 - Il Consiglio europeo vara la direttiva sulla violenza contro le donne.

Gli Stati membri avranno 3 anni di tempo per recepire la nuova direttiva Ue.
 
Il Consiglio Ue ha dato il via libera a una direttiva Ue per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica. “Adottare un’azione decisiva contro questi atti di violenza è essenziale per garantire i valori e i diritti fondamentali dell’uguaglianza tra donne e uomini e della non discriminazione”, cita un comunicato del Consiglio europeo. Nell’ottica di costruire un futuro più sicuro, le misure preventive mirano ad accrescere la consapevolezza in merito alle cause profonde della violenza contro le donne e della violenza domestica e a promuovere il ruolo centrale del consenso nelle relazioni sessuali.
 
La legge adottata criminalizza i seguenti reati in tutta l’Unione europea: mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato, condivisione non consensuale di immagini intime, stalking informatico, molestie informatiche e incitamento informatico all’odio o alla violenza. La nuova legge contiene anche misure per prevenire la violenza contro le donne e la violenza domestica e stabilisce standard per la protezione delle vittime di questi crimini. La commissione di questi reati sarà punita con pene detentive che vanno da un minimo di 1 fino a 5 anni.
 
La direttiva contiene anche un'ampia lista di circostanze aggravanti, come il fatto di aver commesso il reato contro un bambino, un ex coniuge o partner o un rappresentante pubblico, un giornalista o un difensore dei diritti umani, che comportano pene più severe. La direttiva contiene anche norme dettagliate sulle misure di assistenza e protezione che gli Stati membri devono fornire alle vittime.
Per proteggere la privacy della vittima e prevenire la vittimizzazione ripetuta, gli Stati membri devono inoltre garantire che le prove relative alla condotta sessuale passata della vittima siano ammesse nel procedimento penale solo se pertinenti e necessarie. Gli Stati membri avranno 3 anni di tempo dall'entrata in vigore della direttiva per recepirla nel diritto nazionale.
 
Il testo della nuova direttiva era già stato concordato informalmente tra l'Europarlamento e il Consiglio Ue il 6 febbraio a Strasburgo, dopo un lungo negoziato (5 round dal luglio scorso). In quell’occasione, i negoziatori del Parlamento Ue non erano riusciti a convincere un gruppo nutrito di Stati membri (tra cui Francia, Germania, Olanda, Austria e Ungheria) a concordare una definizione comune europea del reato di stupro come atto basato sulla costrizione, non necessariamente violenta, a un atto sessuale non consensuale.