I negoziati si sono conclusi con l'ok alla proposta della Commissione per lo Strumento che vincolerà 6 miliardi di euro ai 6 Paesi balcanici, all'attuazione delle riforme socio-economiche concordate.
Il nuovo Patto di crescita per i Balcani occidentali prende sempre più forma e con la legislatura europea agli sgoccioli si indirizza verso la sua conclusione anche l’iter legislativo per la messa a terra dello Strumento che dovrebbe portare all’erogazione di 6 miliardi di euro a supporto delle economie di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Il Parlamento e il Consiglio dell’Ue hanno trovato l’intesa provvisoria sulla proposta della Commissione europea per lo Strumento di riforma e crescita per i Balcani occidentali, composto di 2 miliardi di euro in sovvenzioni e 4 in prestiti agevolati.
"Accolgo con favore il fatto che questo mandato parlamentare abbia rafforzato l’allargamento, riportandolo in agenda, e questo accordo lo conferma", ha sottolineato il relatore croato per il Parlamento Europeo Tonino Picula (S&D), rimarcando con forza che i negoziati hanno portato all’inclusione tra gli obiettivi-chiave per l’erogazione dei finanziamenti anche “il pieno allineamento alla politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, comprese le misure restrittive“, un segnale “chiaro per Paesi come la Serbia.
Anche considerate alcune perplessità evidenziate dalla Corte dei Conti europea, è stato incluso nel Piano di crescita per i Balcani Occidentali l’approccio "prima i fondamentali", vale a dire il collegamento tra Stato di diritto, lotta alla corruzione e diritti fondamentali con le altre aree cruciali del processo di adesione Ue: la governance economica e il rafforzamento delle istituzioni democratiche e della riforma della pubblica amministrazione.
Rafforzata la supervisione parlamentare con un dialogo regolare ad alto livello con l'esecutivo Ue per monitorare i progressi dello Strumento, mentre sul piano della trasparenza i dati aggiornati sui destinatari finali che ricevono finanziamenti superiori a 50.000 euro cumulativamente per un periodo di 4 anni dovranno essere resi disponibili su una pagina web apposita. L'intesa provvisoria dovrà ora essere approvata dalla plenaria del Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue, prima dell’ufficiale entrata in vigore.