A poco più di 2 mesi dalle elezioni europee del 6-9 giugno, mancano ancora da finalizzare diverse proposte avanzate dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen.
L'attuale legislatura europea sta arrivando a termine; è tempo di tracciare i primi bilanci. Dal 2019 a oggi, la Commissione europea targata Ursula von der Leyen è riuscita a finalizzare 305 proposte, e di dossier vicini all’adozione ne rimangono ancora poco meno di 100. Delle 6 priorità politiche delineate nel mandato - Green Deal, Europa digitale, un’economia a sostegno delle persone, un’Ue più forte nel Mondo, la promozione dello stile di vita europeo e un nuovo slancio alla democrazia dell’Ue - i risultati più importanti ancora in bilico rientrano quasi tutti nell’ambito dell’ambizioso Patto per l'ambiente ed il clima.
“La maggior parte delle iniziative previste dalla comunicazione del 2019 sul Green Deal europeo sono state realizzate e molte sono già state approvate diventando legge”, aveva rivendicato l’esecutivo Ue nel documento programmatico per il 2024 adottato lo scorso ottobre. Avvertendo al contempo che “è indispensabile raggiungere rapidamente un accordo sulle proposte rimanenti per mantenere l’Unione sulla strada della neutralità climatica”.
Tra i dossier in chiusura, su cui Parlamento e Consiglio hanno già siglato un accordo provvisorio, si registrano la riforma del mercato dell’energia elettrica, la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria, la direttiva sul packaging e la revisione degli standard di emissioni di CO₂ per i nuovi veicoli pesanti. Su tutti questi, l’Eurocamera è chiamata a dare l’approvazione formale ai testi usciti dai triloghi nel corso delle 2 plenarie di aprile, le ultime prima della corsa verso l’appuntamento elettorale del 6-9 giugno.
Riguardo la legge europea per il ripristino della natura, gli ambasciatori degli Stati membri non hanno ancora dato il via libera all’accordo interistituzionale di novembre 2023 nonostante l’approvazione formale del testo già passata a Strasburgo. Per quanto la presidenza di turno belga del Consiglio dell’Ue abbia assicurato che “lavorerà duramente nelle prossime settimane per trovare possibili vie d’uscita da questa situazione di stallo”, è arduo che la prima legislazione europea sul ripristino degli ecosistemi naturali diventi realtà.
Dopo aver ritirato la proposta per ridurre l’utilizzo dei pesticidi nel bel mezzo delle sollevazioni degli agricoltori, la Commissione si è tirata indietro anche sulla revisione mirata del regolamento REACH sulle sostanze chimiche, sulla nuova normativa sul benessere degli animali, sul quadro di sostenibilità alimentare e sul discusso Nutriscore, inviso in particolare all’Italia. Il programma di lavoro per il 2024 prevedeva inoltre un’iniziativa sulla resilienza idrica per “garantire l’accesso all’acqua ai cittadini, natura e all’economia, affrontando al contempo le inondazioni catastrofiche e la carenza d’acqua”, ma il gabinetto von der Leyen l’ha eliminata dall’agenda.
Alla seconda sessione plenaria di aprile, Bruxelles spera inoltre di vedere finalmente chiudersi il capitolo sul nuovo Patto per la migrazione e l’asilo. I 15 pacchetti del nuovo sistema comune di gestione delle migrazioni hanno attraversato tutta la legislatura e il Parlamento europeo dovrà ora dare attuazione finale a quelli rimanenti - nonostante sia rimasto ben poco dei testi originari redatti dall’Eurocamera. Sarà il momento della verità anche per la direttiva Ue sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale: gli Stati membri hanno cambiato le carte in tavola ad accordo già raggiunto e la sua approvazione finale da parte degli eurodeputati non è dunque così scontata.
Quanto all’Europa Digitale, manca ancora l’annunciata proposta di una legge europea sullo spazio, che istituisca regole per la gestione del traffico spaziale, ma anche su come mantenere sicure le infrastrutture spaziali critiche dell’Ue. E infine, un’iniziativa per aprire la capacità dei supercomputer europei a start-up di intelligenza artificiale etiche e responsabili.