Al Consiglio Ue del 21-22 marzo è arrivato l'invito ai 27 ministri degli Affari europei ad "adottare rapidamente" i progetti di quadri negoziali dopo la presentazione da parte della Commissione europea.
Durante l'ultimo Consiglio europeo del 21-22 marzo scorsi, i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri Ue hanno guardato con favore ai progressi compiuti da Ucraina e Moldova “nell’avanzamento delle riforme necessarie al loro percorso nell’Ue” e ora sembra arrivato il momento per procedere con il passo formale: il voto in sede di Consiglio dell’Unione Europea sull’avvio dei negoziati di adesione e l’adozione dei quadri negoziali in vista della prima conferenza intergovernativa con i 2 Paesi candidati all’adesione Ue.
Dopo l’ok ufficiale arrivato al Consiglio europeo di dicembre 2023 sul via libera ai negoziati di adesione per Ucraina e Moldova, è stato proprio il vertice dei leader Ue a Bruxelles a mettere nero su bianco l’invito ai 27 ministri degli Affari europei ad “adottare rapidamente” i progetti di quadri di negoziazione e “a portare avanti i lavori senza indugio”, si legge nelle conclusioni del summit. A questo punto si attende solo che la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue inserisca nell’agenda di uno dei prossimi Consigli Affari Generali il punto apposito, che dovrà essere approvato all’unanimità. Solo allora saranno davvero avviati a livello formale i negoziati di adesione Ue per Ucraina e Moldova. Come dichiarato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la speranza è quella di “arrivare alla prima conferenza intergovernativa sotto presidenza belga“. Vale a dire entro il 31 giugno, l’ultimo giorno utile prima del passaggio di consegne all’Ungheria di Viktor Orbán alla guida semestrale dell’istituzione Ue.
“L’allargamento dell’Ue rappresenta il miglior investimento per un’Europa più forte e più unita“, ha sottolineato con forza la presidente della Moldova, Maia Sandu, commentando con un post su X la decisione dei leader Ue. “L’Ucraina sta rispettando i suoi impegni di trasformazione interna, sappiamo che l’Ue ha un quadro negoziale pronto per essere esaminato e la sua approvazione potrebbe sostenere notevolmente il nostro popolo e inviare il giusto segnale a tutta l’Europa dopo le elezioni del Parlamento europeo di giugno”, le ha fatto eco il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento video al Consiglio europeo.
Più cauti i 27 capi di Stato e di governo Ue su quello che vorrebbe essere “il candidato più pronto all’adesione Ue al 2030“, la Georgia: “Prende atto degli sforzi in corso e incoraggia il Paese a progredire nelle riforme prioritarie ancora in sospeso“. Non sono stati registrati da Bruxelles passi in avanti rispetto allo status di candidato concesso a dicembre, la raccomandazione sull’avvio dei negoziati di adesione può quindi ancora attendere.