A Bucarest, al Congresso del partito, sono stati 400 i voti favorevoli alla ricandidatura dell'attuale presidente della Commissione europea.
Il Congresso del Partito popolare europeo (Ppe), tenutosi giovedì 7 marzo a Bucarest, ha approvato la candidatura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Ue per le prossime elezioni europee. L'approvazione è arrivata a larghissima maggioranza, sebbene non sia stata raggiunta l'unanimità. I votanti sono stati 499, dei quali 489 voti validi. Di questi, 400 sono stati i voti favorevoli alla von der Leyen e 89 i contrari.
Con il Ppe destinato a rimanere il blocco più numeroso al Parlamento europeo e diversi leader europei noti per essere positivi nei suoi confronti, von der Leyen è quasi certa di ottenere un secondo mandato, salvo sorprese dell’ultimo minuto. “Il segnale di Bucarest oggi è che il Ppe sta dalla parte dell’Europa; (…) siamo democratici e uniti, pro-Ue, pro-Ucraina, pro-stato di diritto”, ha detto von der Leyen ai delegati prima del voto. Oltre ad argomenti di discussione noti come il sostegno all’Ucraina e il rafforzamento della difesa europea, von der Leyen ha sottolineato in particolare i temi preferiti del proprio gruppo, ovvero la lotta all’immigrazione clandestina, il rafforzamento della competitività e la protezione degli agricoltori.
Von der Leyen avrà bisogno della maggioranza dei membri del Parlamento europeo appena eletto per dare il via libera alla sua nomina. Nel 2019, von der Leyen ha superato questa prova con un margine sottilissimo di soli nove voti. Ma a Bucarest i suoi alleati politici sono fiduciosi che questa volta sarà diverso.
I popolari rimangono determinati sui propri 3 fondamenti, “pro-Ue, pro-Ucraina, pro-Stato di diritto”, e da qui si potranno innestare le future interlocuzioni per la maggioranza in Parlamento Europeo e per la scelta del nome per la presidenza della prossima Commissione da parte dei 27 capi di Stato e di governo al Consiglio europeo.
Alle elezioni europee del 2024 von der Leyen sfiderà gli Spitzenkandidaten già nominati alla testa delle altre famiglie politiche europee. Il Partito Socialista Europeo (Pse) ha confermato l’attuale commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, il lussemburghese Nicolas Schmit, al Congresso di Roma del 2 marzo, i Verdi Europei hanno scelto la tedesca Terry Reintke e l’olandese Bas Eickhout al Congresso di Lione il 2-4 febbraio, La Sinistra l’austriaco Walter Baier al Congresso di Lubiana il 23-24 febbraio, le intenzioni dei liberali di Renew Europe non sono ancora chiare a riguardo.