La Presidente von der Leyen in visita a Stoccolma ha ribadito l'importanza di una difesa comune di fronte alle varie crisi aperte nel Mondo.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che il prossimo marzo l’esecutivo Ue presenterà la strategia per l’industria della difesa europea. Parlando in conferenza stampa congiunta a Stoccolma con il premier svedese Ulf Kristersson e quello finlandese Petteri Orpo, la presidente ha sottolineato la necessità di “ripensare” la difesa europea e la base industriale europea. “L’invasione russa dell’Ucraina è stata anche una sveglia per l’Europa: dobbiamo ripensare la nostra difesa e la base industriale della difesa”, ha dichiarato von der Leyen. “Ciò non solo ci consentirà un maggiore accesso ai necessari sistemi militari, ma ovviamente migliorerà anche notevolmente l’interoperabilità delle forze armate dei diversi Stati membri dell’Unione europea”, ha affermato von der Leyen.
“Tra un mese saranno trascorsi 2 anni da quando la Russia ha lanciato la sua terribile guerra di aggressione contro l’Ucraina. Siamo stati al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno e continueremo a farlo. Il sostegno all’Ucraina è fondamentale: non solo il sostegno militare, ma anche sostegno economico”, ha affermato von der Leyen. Sul veto usato dall'Ungheria che ostacola l'approvazione del pacchetto da 50 miliardi di euro destinati all'Ucraina fino al 2027 von der Leyen ha detto che "i Trattati sono molto chiari sulle situazioni di tensioni interne" in merito alle decisioni da prendere all'unanimità. "Stiamo lavorando intensamente con il governo ungherese per avere una soluzione a 27 Stati per stanziare i 50 miliardi per l'Ucraina per i prossimi 4 anni: è questa la nostra priorità principale, ma ovviamente prepariamo soluzioni alternative se ciò è impossibile", ha aggiunto.
Poi ha promesso il supporto dell'Ue alla Finlandia contro la strumentalizzazione della migrazione da parte della Russia. In generale sul tema "stiamo lavorando con i Paesi d'origine e di transito sulla migrazione, ma posso dire chiaramente che abbiamo sempre rispettato i nostri obblighi internazionali e continueremo a farlo nel futuro", ha spiegato. "Siamo noi a decidere chi entra nell'Ue, non i trafficanti e nemmeno gli autocrati", ha concluso.