17/01/2024 - Von der Leyen presenterà a febbraio le sue idee per la riforma dell’Ue.

La presidente della Commissione Ue lo ha reso noto a Parlamento e Consiglio durante l'attuale Plenaria.
 
La Commissione europea presenterà a febbraio le sue idee per una riforma istituzionale dell’Ue. A renderlo noto sarà una comunicazione che verrà trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio. Di fronte alla plenaria del Parlamento europeo riunita a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha dettato i tempi per la roadmap sulle riforme politiche annunciata pochi giorni fa, durante la conferenza stampa di avvio della presidenza belga alla guida dell’Ue. “Questo Parlamento ha già presentato idee coraggiose per una riforma dei nostri trattati. Il mese prossimo, la Commissione esporrà le nostre idee in una comunicazione prima della discussione dei leader organizzata dal Presidente belga”, ha confermato Von der Leyen agli eurodeputati.
 
La presidenza del Consiglio Ue belga e Commissione europea rimarcano la necessità di rendere prioritaria la riforma istituzionale. E’ giunta l’ora di pensare realmente all’Europa di domani: lo è in vista di un corposo allargamento che potrebbe portare l'Europa a formarsi di ben 35 Stati membri; lo è anche perché le elezioni europee che si terranno dal 6 al 9 giugno porteranno l’Unione in un nuovo ciclo istituzionale. Più l’Unione europea si allarga, più è necessario semplificare il sistema di voto in alcune materie che sono predominanti - come la politica estera - e in cui si rischia uno stallo continuo.
 
Lo scorso 18 dicembre il Consiglio dell’Ue (l’istituzione in cui si riuniscono gli Stati membri a livello ministeriale) ha accettato di trasmettere al Consiglio europeo (dove si riuniscono, invece, i capi di stato e governo) la richiesta formale dell’Europarlamento di convocare una Convenzione per riformare i trattati europei, contenuta in una risoluzione adottata dall’Aula a maggioranza (piuttosto risicata) lo scorso 22 novembre in plenaria a Strasburgo. La presidenza belga dovrà invitare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a porre all’attenzione degli altri capi di stato e governo la questione della revisione dei trattati agenda di un Vertice europeo, probabilmente quello in programma il 21 e 22 marzo. L’idea è quella di arrivare alle urne il 6-9 giugno 2024 con un’idea chiara su come portare avanti le discussioni con l’avvio della prossima legislatura.
 
Superare il voto all’unanimità in parte delle materie in cui oggi si utilizza (come la politica estera e la materia finanziaria) è il nodo cruciale delle richieste dell’Eurocamera, per un’Unione europea più efficiente e agile sullo scacchiere geopolitico e in vista delle nuove adesioni. Meno stalli in sede di Consiglio europeo, dove un singolo Stato oggi può di fatto bloccare una decisione che mette d’accordo gli altri 26. Gli eurodeputati sostengono un sistema legislativo meno sbilanciato nei confronti dell’Eurocamera, chiedendo il diritto di iniziativa legislativo (ora in capo alla sola Commissione europea) e aumentando il numero delle decisioni a maggioranza qualificata in seno al Consiglio.
 
Attualmente c’è un blocco di almeno 13 Stati membri - Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia - che si è opposto con fermezza alla modifica dei Trattati europei, definendo “prematura” l’idea di riformare i trattati. A rimettere in moto il processo di riforma è stata la Conferenza sul futuro dell’Europa, l’esercizio di democrazia partecipativa nella storia dell’Ue che per quasi 12 mesi ha portato 800 cittadini - casualmente selezionati da tutti e 27 gli Stati membri - a discutere di futuro dell’Unione Europea e per individuare con quali priorità andare a rendere più solido il progetto di integrazione comunitaria.