l premier olandese Mark Rutte ha ottenuto uno strumento che in casi eccezionali permetterà agli Stati membri di chiedere di approfondire in sede di vertice Ue se gli impegni sulle riforme di un altro Stato sono stati rispettati.

Lo strumento è un meccanismo non nuovo nel processo decisionale comunitario, già previsto e codificato per alcune materie d’intervento e introdotto nel trattato di Lisbona. Si tratta in questo caso di un’applicazione specifica per lo strumento del fondo comune, che rappresenta una novità esclusiva per l’Unione.
Il percorso dei piani nazionali di rilancio 2021-2023 comincia con le proposte inviate alla Commissione europea entro la metà di ottobre. Questi dovranno essere coerenti con le raccomandazioni specifiche per ogni Paese con i Piani nazionali di riforma e contribuire alla transizione verde e digitale, alla crescita e la creazione dei posti di lavoro. La valutazione sarà affidata al Consiglio Ue (non dal Consiglio europeo che riunisce i capi di Stato e di governo), che li approva a maggioranza qualificata, cioè 15 Paesi su 27 che rappresentino il 65 % della popolazione dell’Unione.
Ultimata questa fase che richiederà complessivamente 3 mesi (2 per l’esecutivo e 4 settimane il Consiglio) per quelle successive di pagamento viene chiamato in causa per un parere il Comitato economico e finanziario organismo che riunisce alti funzionari delle amministrazioni nazionali e delle banche centrali, della Bce e della Commissione. Questo valuta la coerenza dei target intermedi e finali dei piani ed è in questo preciso passaggio che potrebbe scattare il ‘freno di emergenza’.
"Se, eccezionalmente, uno o più Stati membri ritengono che vi siano serie deviazioni dal soddisfacente raggiungimento degli obiettivi cardine e di quelli pertinenti – si legge nella proposta presentata dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel – essi potranno chiedere al presidente del Consiglio europeo di riferire in Consiglio", coinvolgendo quindi gli altri leader Ue al primo summit programmato a Bruxelles. La Commissione dunque dovrà sospendere l'elargizione di aiuti, in attesa che il vertice Ue abbia luogo. "Questo processo, di norma, non richiederà più di tre mesi dal momento in cui la Commissione ha chiesto il proprio parere al Comitato economico e finanziario", si legge ancora nel testo.